ROMA – Marinella Soldi supera per due voti la prova della Vigilanza Rai ed è ufficialmente la nuova presidente di Viale Mazzini. Si chiude così l’era di Marcello Foa e inizia quella della manager scelta da Mario Draghi e dal ministro dell’economia Daniele Franco.
Tuttavia il voto nella bicamerale disegna un quadro scomposto, con le perplessità all’interno della maggioranza ancora vive nei confronti dell’ex di Discovery. Il quorum viene raggiunto e superato – servivano 27 voti su 40 – e Soldi ne incassa 29, ma la mancata partecipazione dell’opposizione – i due commissari di Fratelli d’Italia, Daniela Santachè e Federico Mollicone – e un voto contrario dichiarato di Gianluigi Paragone (ex 5Stelle), mettono in luce perplessità da parte della maggioranza ancora molto evidenti. Sono infatti 3 le schede bianche e 4 i rimanenti no, difficili da scovare essendo il voto in Vigilanza custodito nel segreto dell’urna.
Insomma i maldipancia nel confronti di Soldi, già emersi dalla designazione del premier, non sono stati sedati: troppo spostata a sinistra e, secondo il centrodestra, lontana dalla figura di garanzia che il numero uno di viale Mazzini dovrebbe rappresentare. Il duo Soldi-Fuortes non aveva raccolto gli applausi delle forze politiche che sostengono l’esecutivo Draghi, con dubbi e perplessità mai nascoste soprattutto da Forza Italia e dal Movimento 5Stelle. Il partito di Silvio Berlusconi, riesce comunque – con un blitz in Parlamento – a intestarsi la casella del partito di Giorgia Meloni, inserendo in Cda Simona Agnes, che poteva – secondo i rumors – anche sfilare la presidenza alla Soldi. In pochi, tuttavia, avrebbero scommesso sulla sua bocciatura, in pratica l’equivalente di uno schiaffo a Draghi. Alla fine così non è stato ma la fotografia del voto in Vigilanza Rai racconta molto più. Con un assente nelle fila della Lega per quarantena e due non votanti, alla designata alla presidenza della RAI mancano 7 voti.
Ne sarebbero mancati di più, visto che a Pier Ferdinando Casini era stato comunicato per errore un orario sbagliato di convocazione e solo in extremis è riuscito a esprimere il suo gradimento.
I sospetti, dopo il via libera in Vigilanza, cadono immediatamente sul gruppo 5Stelle, su cui Michele Anzaldi dirotta le maggiori perplessità: “Di certo dopo quello che hanno fatto in questi ultimi mesi, con la vergogna della Rai trasformata nel megafono di Palazzo Chigi sfruttando la pandemia, Conte e Casalino sono coloro che hanno più da perdere con l’apertura di una nuova stagione in Rai, con il ritorno del pluralismo e della correttezza dell’informazione”. L’accoglienza dei pentastellati è di fatto tiepida e si ferma agli auguri di rito per la ratifica di Soldi, con un avvertimento: “Noi continueremo a vigilare con impegno sullo svolgimento trasparente e sul rispetto delle norme e del Contratto di servizio. Speriamo che in continuità con il lavoro fin qui svolto, la Rai vada avanti ad investire nella cultura e nei progetti educativi. Ci auguriamo infine che questo sia l’ultimo CdA della Rai eletto secondo le modalità vigenti e che la riforma della governance proposta dal MoVimento 5 Stelle, in discussione in Commissione al Senato, venga presto approvata e ci consegni organi autonomi e indipendenti”. Entusiasta invece il Partito democratico che con Valeria Fedeli plaude a Soldi ed è certa “che con la sua presidenza la Rai possa intraprendere quel percorso di rilancio sempre più necessario e urgente”.
Dalla Lega si alza la voce di Massimiliano Capitanio che sottolinea come il partito “anche in questo caso ha dimostrato che il senso di responsabilità viene prima dell’attaccamento alle poltrone. Ora aspettiamo i vertici in Vigilanza per un sereno e costruttivo confronto”.
Con il Cda al completo e i vertici nel pieno delle funzioni si apre la corsa per i direttori di rete e dei tg. Ad ottobre scadono il tg1 e tg2, mentre per tg3, Rainews e Radio1 bisognerà a spettare il prossimo anno.
Sempre quest’anno deve rinnovarsi la direzione della rete ammiraglia, che il Pd vorrebbe difendere con la conferma di Stefano Coletta, mentre la Lega spinge per Marcello Ciannamea. Nelle mire dem anche il tg3 con la possibilità di dirottarci Coletta e trovare un nome più condiviso di Ciannamea per la prima rete. La vera battaglia, però, ci sarà sicuramente sul tg1, conteso sia da M5s che da Lega.
(LaPresse)