MILANO – Un cammino lungo e impegnativo, un viaggio a piedi lungo la Via Francigena del Sud, da Roma a Santa Maria di Leuca. Cinquanta tappe, per oltre 900 chilometri. Già così si tratterebbe di una dura prova fisica. Ma c’è qualcosa di più. ‘Boez-Andiamo via’, la docu-serie in onda su Rai3 dal 2 al 13 settembre alle 20.20 per dieci puntate prodotte da Rai Fiction- Stemal Entertainment, vede infatti come protagonisti dell’impresa Alessandro, Francesco, Omar, Matteo, Maria e Kekko: sei giovani provenienti dal carcere e scelti per artecipare ad uno speciale programma di espiazione esterna della pena.
Il cammino verso il riscatto
Un percorso fisico ma anche emotivo e di espiazione di questi sei ragazzi condannati per aver infranto la legge ed in regime di detenzione, interna ed esterna. Un viaggio/pellegrinaggio che sperimenta il cammino come dispositivo di recupero, una pena alternativa già praticata in altri Paesi europei e che abbatte le percentuali di recidiva.
‘Boez’ è un esperimento rivoluzionario in tv
Si tratta del primo prodotto televisivo che affronta questo tipo di tematiche, oltre che un esperimento rivoluzionario e dal forte impatto sociale tanto che il ministero della Giustizia ne ha riconosciuto la funzione pubblica ed ha supportato in maniera fattiva la realizzazione. Anche dal punto di vista produttivo e delle riprese si tratta di un esperimento, con troupe che sono state organizzate per essere poco invasive.
La parola all’educatrice
Lo racconta Ilaria D’Apollonio, l’educatrice di comunità che ha seguito i ragazzi nel percorso: “Gli operatori erano dei camminatori, proprio come noi. Per questo l’aspetto televisivo non ha influito più di tanto, non li abbiamo mai visti come esterni al viaggio”. Ilaria spiega anche il valore educativo dell’esperienza: “Mi auguro che questo esperimento venga replicato per i prossimi 150 anni. I ragazzi hanno bisogno di fare esperienza, e ci sono riusciti anche attraverso tutte le persone che abbiamo incontrato. Hanno scoperto sensazioni che non avrebbero mai pensato di poter provare, hanno visto le persone accoglierli senza pregiudizi. Il viaggio ha aperto loro la mente e gli ha permesso di imparare a pensare”.
L’impegno della Rai
Un tema che la Rai ha deciso di affrontare come servizio pubblico. Un racconto, spiega la direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta, che “fa parte dell’etica che deve appartenere al servizio pubblico”. Nessuna spettacolarizzazione, però, precisa: “Siamo, vogliamo essere agli antipodi di un reality-show e ogni nostra preoccupazione è stata volta a eliminare qualunque rischio di spettacolo o di drammatizzazione esterna. Non ci sono trucchi, sono loro e Rai Fiction ha sentito tutta la responsabilità etica che comporta il confine tra la realtà e la messa in scena”.
(LaPresse/di Chiara Troiano)