Milano– La direzione musicale di Claudio Abbado alla testa della sua Chamber Orchestra of Europe, la regia del grande maestro del teatro italiano Luca Ronconi e le scene e i costumi di Gae Aulenti: tutto questo è ‘Il viaggio a Reims’ nella storica produzione rappresentata in prima mondiale assoluta al Rossini Opera Festival nel 1984.
Domenica 24 novembre alle 10.10 su Rai5 omaggio a Gioacchino Rossini
Pietra miliare nella storia della lirica del novecento e del festival, che da quel momento in poi si inserì definitivamente nell’orbita delle grandi manifestazioni internazionali, lo spettacolo ha segnato la riscoperta del titolo rossiniano presentato al Théatre Italien di Parigi nel 1825 per celebrare l’incoronazione di Carlo X di Borbone.
La cantata scenica su libretto di Balocchi fu subito giudicata dalla critica una delle più felici creazioni di Rossini
La sua misteriosa scomparsa ne cambiò la storia: si pensò che Rossini avesse distrutto la partitura perché insoddisfatto della sua resa artistica, ma fu ritrovata casualmente a Roma, nella biblioteca di Santa Cecilia.
A interpretarla un formidabile cast
Un cast forse irripetibile, in grado di reggere il confronto con quello originale di Rossini, composto com’era da star assolute dell’epoca e giovani talenti che avrebbero poi visto ben presto aprirsi davanti a sé una luminosa carriera: Cecilia Gasdia (Corinna), Lucia Valentini Terrani (Marchesa Melibea), Lella Cuberli (Contessa di Folleville), Katia Ricciarelli (Madama Cortese), Edoardo Gimenez (Cavalier Belfiore), Francisco Araiza (Conte di Libenkof), Samuel Ramey (Lord Sidney), Ruggero Raimondi (Don Profondo), Enzo Dara (Barone di Trombonok), Leo Nucci (Don Alvaro), Bernadette Manca di Nissa (Modestina) e William Matteuzzi (Gelsomino), affiancati dal Coro Filarmonico di Praga e dalle marionette di Gianni e Cosetta Colla.
La regia di Ronconi giocò con l’idea di riscoperta riempiendo la scena di monitor televisivi e mutando il viaggio dell’opera di Rossini in un evento scenico nel quale l’interno del teatro si legava alla città in cui l’opera era rappresentata. Quando il re e il suo seguito attraversavano in processione le strade cittadine, immagini di ciò che accadeva a teatro venivano proiettate da appositi schermi per le vie di Pesaro e viceversa.
“Dal momento che servivano delle telecamere per portar fuori lo spettacolo – dichiarò il regista – abbiamo arricchito questa possibilità facendo in modo che le telecamere stesse diventassero parte dello spettacolo: naturalmente rapportando queste possibilità all’argomento dell’opera, ossia utilizzandole per inventare un allestimento che si svolge contemporaneamente in due luoghi. Con un gruppo di personaggi da una parte e l’incoronazione del re a Reims dall’altra“.