Raid incendiari davanti al campo rom di Barra. I clan vogliono cacciare chi prova a resistere

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Raid al campo rom

NAPOLI – I rom se ne devono andare. Roghi dolosi di rifiuti davanti all’ingresso del campo rom in via Mastellone. Gli investigatori sospettano una strategia avallata dai clan locali per allontanare i ‘ribelli’, che ancora restano nell’insediamento. Qui sono rimaste circa 50 famiglie con 400 persone. Le forze dell’ordine hanno parlato a lungo con i vigili del fuoco: i roghi sono dolosi. La spazzatura accatastata davanti all’ingresso del campo rom e data alle fiamme con la benzina. L’ultimo rogo poche ore fa. Intervenute all’alba anche le pattuglie della polizia municipale. Ci sono volute quattro ore per spegnere le fiamme. Poi sono scattate le indagini del commissariato San Giovanni-Barra e della squadra mobile della questura.

Gli investigatori esaminano la mappa del territorio, per trovare una ‘pista’: considerano questa zona una delle roccaforti dei Cuccaro-Aprea. Il ‘cartello’ è egemone in questa area: difficile ipotizzare azioni incendiarie in sequenza senza l’avallo del ‘cartello’. Gli agenti hanno visionato i filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza in quel tratto della strada. Le fiamme non si sono propagate agli stabili. Non ci sono feriti. Gli inquirenti cercano informazioni anche in via confidenziale, per capire cosa stia accadendo in via Mastellone. Al momento ipotizzano raid incendiari per spaventare gli abitanti nell’accampamento. Qui la tensione era già salita alle stelle pochi mesi fa con una ‘stesa’ in via Gianbattista Vela al rione Bisignano. Il rione Bisignano rientra nella ‘giurisdizione’ dei Cuccaro-Aprea, alleati con i Reale Rinaldi e con i De Luca Bossa Minichini. Sul fronte opposto ci sono i Mazzarella-D’Amico, federati con i De Micco-De Martino. Al momento gli investigatori non escludono ipotesi ed esaminano l’escalation di raid tra Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli. Temono che siano saltati gli equilibri.

L’area dell’ex campo rom di via Mastellone continua a rappresentare un’emergenza ambientale e sanitaria di primo piano, trasformandosi in un simbolo della ‘Terra dei Fuochi’ urbana. Nonostante lo sgombero dell’insediamento avvenuto nel 2021, la cronaca recente è dominata dalla questione irrisolta della bonifica e dai continui roghi tossici. La principale criticità emersa è il ripetersi incessante di incendi che divampano nell’area, spesso alimentati dai cumuli di rifiuti speciali (anche combusti) abbandonati sul terreno.

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