Isabella Rauti: le leggi a tutela delle pari opportunità ci sono ma l’accesso è garantito ancora a poche

Presentata la proposta di legge per una bicamerale da istituire per vigilare sui diritti delle donne

NAPOLI – Un disegno di legge trasversale per l’istituzione di una commissione parlamentare bicamerale che vigili sui diritti della donna e l’uguaglianza di genere. E’ stato presentato al Senato dai capigruppo Anna Maria Bernini (Fi) e Andrea Marcucci (Pd), con la prima firmataria Donatella Conzatti (Fi), Valeria Fedeli (Pd) e Isabella Rauti (Fdi). Lo sfondo è quello fornito dai dati del Global gender gap index. In base alle indicazioni, l’Italia è al 118° posto di una classifica di 144 Paesi per quanto riguarda la partecipazione e le opportunità economiche. E al 46° per rappresentanza politica. E anche sul versante occupazionale, con il 49,1% di donne al lavoro, l’Italia resta la peggiore in Europa, Grecia esclusa.

“Non c’è una parità sostanziale”

“L’impianto normativo che tutela le pari opportunità è corposo – ha sottolineato la senatrice Rauti – peccato che alla parità normativa non corrisponda una parità sostanziale. C’è una sorta di dumping dei diritti che va combattuto, perché se esistono e sono riconosciuti dalla Stato ma l’accesso è difficoltoso per la maggior parte delle donne allora è come se non ci fossero. Penso alle madri lavoratrici, alle presenze sparute di donne nei Consigli d’amministrazione, alle posizioni apicali nella società e nelle aziende che restano appannaggio degli uomini. La bicamerale che vogliamo deve esaminare e vigilare sull’efficacia dei provvedimenti che esistono a tutela delle donne”.

Gli obiettivi

Compiti della Commissione saranno quelli di verificare l’attuazione delle norme costituzionali e legislative relative al principio dell’uguaglianza di genere; promuovere iniziative volte alla rimozione di ogni ostacolo che impedisce la piena parità tra donne e uomini nella vita sociale, culturale ed economica e nell’accesso alle cariche elettive; svolgere attività di indagine e di monitoraggio sulla presenza femminile nella vita politico-istituzionale e nel mondo del lavoro pubblico e privato del Paese; valutare l’impatto di genere delle leggi approvate e verificare che la legislazione nazionale sia in linea con quanto stabilito dalle norme europee e dagli accordi internazionali in materia di parità e non discriminazione.

L’invito

“Ci auguriamo che le conferenze dei capigruppo di Senato e Camera calendarizzino al più presto questa proposta. Un’idea che fornisce uno strumento in grado di capire gli errori del passato. E consente di monitorare gli effetti della legislazione che noi stessi produciamo sul piano della parità effettiva”, ha sottolineato Marcucci. “Dobbiamo lavorare – ha detto Bernini – per far sì che le donne non solo ci siamo nei posti di rilievo, di vertice e non di pura facciata. Che abbiano ruoli esecutivi, decisionali. Altrimenti, sarebbe come nella Duma sovietica: 50% uomini e 50% donne; salvo che non potevano parlare: non basta esserci, bisogna contare”.

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