Rave: testo arriva in Senato, pressing per modifiche. Piantedosi vede sindacati

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Matteo Piantedosi

Inizia dal Senato l’iter del primo decreto varato dal Governo Meloni. Il testo, finito al centro delle polemiche per le misure adottate contro i rave illegali, negli orientamenti della maggioranza è ora “a disposizione della sovranità del Parlamento, così come previsto dalla legge”, anche se in FdI rivendicano la “ratio politica” delle scelte fatte: “Siamo tutti contrari ai rave illegali o vogliamo mantenere lo status quo, come la sinistra?”, è l’interrogativo retorico. 

Dopo le richieste di modifica arrivate da Forza Italia, comunque, il Governo è pronto ad avallare possibili migliorie che dovessero arrivare da palazzo Madama. Al momento viene escluso un intervento diretto del Governo, attraverso un emendamento specifico. “E’ più probabile che la maggioranza trovi un accordo e presenti una proposta di modifica che sintetizzi il punto di caduta”, è l’ipotesi che va per la maggiore tra chi ha iniziato ad occuparsi del dossier. Gli azzurri puntano a specificare meglio la fattispecie di reato, puntualizzando l’uso di sostanze stupefacenti come elemento di distinzione rispetto ad altre manifestazioni. 

Chiesta, poi, una stretta sulla possibilità di utilizzare le intercettazioni intervenendo sulla durata massima della pena, ma la scelta di ridurre i sei anni previste non vede tutti concordi. “La norma già non prevede intercettazioni”, tagliano corto dal partito di Giorgia Meloni e “certo non limita la libertà di espressione”. In ogni caso, per rassicurare i timori nati circa la possibilità di manifestare liberamente il proprio dissenso, Matteo Piantedosi incontrerà i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.

Il ministro dell’Interno ha infatti deciso di accogliere subito la richiesta di chiarimento arrivata dai rappresentanti sindacali e domani pomeriggio alle 16.30 li riceverà al Viminale. A spiegare la ratio del provvedimento è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: “Noi abbiamo la volontà di colpire chi agisce illegalmente. Il parlamento se serve migliorerà il testo, ma non ci sono ambiguità o secondi fini. L’illegalità non è consentita, la scelta è stata fatta”, insiste.

Restano sul piede di guerra le opposizioni

“Meloni si dice  fiera di quel che han fatto in cdm. E che hanno già deciso di modificare. Un passo in più, con #fierezza, #ritirateArt434bis”, scrive su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta. Alla Camera i dem provano a intervenire attraverso il decreto Aiuti ter. “Presenteremo un subemendamento che abroga la norma così da eliminarla il prima possibile, chiedendo la sottoscrizione a tutti i gruppi parlamentari”, annuncia la capogruppo, Debora Serracchiani.  

“Quando ho letto il testo” sui rave contenuto nel dl del governo, “da giurista prima che da politico sono saltato sulla sedia. È assurdo che sia stato introdotto questo nuovo reato”, perché “per una esibizione muscolare si è introdotta una norma raccapricciante, da stato di polizia, buona per regimi dittatoriali, per dittature sudamericane”, insiste il leader M5S Giuseppe Conte. E se Matteo Renzi utilizza toni soft (“Sui rave c’è una norma anche in Francia ma è scritta meglio.

Questa legge per com’è stata scritta in Italia si può mettere più chiara. Si modifichi quello che va modificato, si eviti ogni attentato alla libertà di espressione”, dice), Carlo Calenda cade nel tranello di un emendamento fake che fa il giro dei social: “La norma si applica esclusivamente ai raduni con finalità ludico-ricreative, aventi ad oggetto la fruizione di musica non autoctona e il consumo di sostanze psicotrope di cui al Dpr 309/1990”, si legge nella finta proposta di modifica firmata Piantedosi. “Ma se sono rave illegali, non sono già illegali? E se sono illegali non si può semplicemente sgomberarli? Ufficio complicazioni pratiche semplici”, sentenzia il leader di Azione.(LaPresse)

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