Razzismo: il Napoli può fermarsi, ma rischia sanzioni

L'avvocato Fiorillo, esperto di diritto sportivo: "E' tutto nelle mani dell'arbitro"

NAPOLI – La Uefa, la Fifa e il Napoli si schierano dalla parte del ‘no’ ai cori razzisti, Matteo Salvini spiega la sua ricetta a base di trasferte di massa per combattere la violenza nel calcio, la Figc ribadisce che le gare non vanno interrotte in caso di ululati e urla discriminatorie. Una confusione totale. A mettere ordine ci aiuta Monica Fiorillo (nella foto), avvocato del foro di Napoli, specializzata in diritto dello sport.
Avvocato, come valuta le dichiarazioni di Salvini sul caso dei cori razzisti?
Le dichiarazioni, anche quelle che arrivano dal ministro, non possono incidere sull’ambito normativo sportivo. I giudici fanno riferimento alle norme codicistiche. Quella di Salvini è una dichiarazione che tiene conto solo fino a un certo punto di quelle che sono le norme da applicare. Ad oggi, in caso di abbandono del campo da parte di una squadra, è prevista la sanzione della società con la sconfitta a tavolino oltre a punti di penalizzazione.
Le norme sportive, però, dicono anche che le gare vanno interrotte dopo in caso di cori razzisti…
Il codice rimette la decisione alla discrezionalità dell’arbitro. Il ripetersi di cori razzisti, può portare alla sospensione, è l’arbitro a decidere.
L’arbitro, quindi, può stoppare la partita.
Certo, ma è il ‘può’ che fa la differenza. Se non lo ritiene, come avvenuto di Inter-Napoli, questo non avviene.
Uefa e Fifa hanno, però, bocciato l’operato di Mazzoleni a Milano…
Si sono espresse con considerazioni che riguardano il punto di vista etico. Il codice prevede la possibilità, ma è tutto nelle mani della discrezionalità arbitrale.
Sulle spalle del direttore di gara, quindi, si finisce per creare una tensione enorme. Per interrompere una gara ci vuole grande coraggio. Non farlo alimenta il razzismo. Non sarebbe meglio normare questo aspetto?
Condivido con lei questa valutazione, bisognerebbe legiferare su questa fattispecie. Il fenomeno del razzismo e della discriminazione territoriale negli stadi sta diventando esteso e pericoloso. Sarebbe opportuna una norma che consenta anche allo stesso arbitro di sapere esattamente come comportarsi.
Perché allora non lo si è fatto finora?
Bisogna considerare che il nuovo presidente federale è stato eletto da poco. Ci sono delle commissioni apposite che stanno mettendo mano al codice e valutando una possibile una riforma legislativa. E’ probabile che anche l’aspetto dei cori razzisti sarà attentamente analizzato. La Federazione ha vissuto un periodo molto caotico e cambiare una norma in questa fase non è semplice. Bisogna attendere, ma sono fiduciosa che qualcosa possa cambiare.
Il Napoli ha ribadito l’intenzione di fermarsi in campo in caso di nuovi cori razzisti. Qualora avvenisse scatenerebbe un polverone mediatico mondiale. Che ne pensa?
E’ una scelta societaria. Il Napoli sa bene quali sono le norme attuali e quindi le conseguenze. Il club sembra aver intenzione di mettere in atto una forte manifestazione di dissenso rispetto a quanto avviene in questo momento storico, ma è consapevole anche del fatto che i giudici non potranno fare valutazioni sugli stati d’animo e dovranno attenersi alle norme. Il Napoli e Ancelotti sapranno fare le loro scelte in merito. Poi, nel caso tutto questo avvenisse, andremo a valutarne gli effetti.
Il ministro Salvini si è detto pronto a ripristinare le trasferte di massa organizzate, come avveniva fino alla tragedia del 1999 che vive 4 tifosi della Salernitana morti su un treno. E’ una norma fattibile, considerando anche la recente introduzione e sottoscrizione di varie tessere del tifoso e fidelity card?
Quando si tratta di applicare modelli esteri, come quello olandese in questo caso, c’è sempre il dubbio sulla riproducibilità. Lei mi ricordava il triste caso dei tifosi salernitani. Ecco, non so se una misura del genere sia capace di arginare i tifosi e i violenti. Tutti dovrebbero essere accompagnati e tenuti sotto controllo continuamente. Non è facile. La sostenibilità di questo modello, in Italia, onestamente è tutta da verificare

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