Razzismo, Taison non si pente: “Non starò mai zitto, continuerò a lottare”

"Amo la mia razza, combatto per il colore della mia pelle, tutto ciò che faccio è per noi, per amore... Non starò mai zitto di fronte a un atto così disumano e spregevole! Le mie lacrime erano di indignazione, ripudio e impotenza, impotenza per non poter fare nulla in quel momento!".

Foto Luciano Rossi/AS Roma/

MILANO– “Amo la mia razza, combatto per il colore della mia pelle, tutto ciò che faccio è per noi, per amore… Non starò mai zitto di fronte a un atto così disumano e spregevole! Le mie lacrime erano di indignazione, ripudio e impotenza, impotenza per non poter fare nulla in quel momento!”. Si apre così il post su Instagram di Taison, attaccante brasiliano dello Shakhtar Donetsk, che durante la gara contro la Dinamo Kiev, ha risposto agli insulti razzisti dei tifosi avversari mostrando il dito medio, per poi scagliare il pallone verso la tribuna, come aveva fatto Mario Balotelli, attaccante del Brescia, il 3 novembre scorso. L’arbitro lo ha espulso e il giocatore brasiliano è uscito in lacrime. “Ci viene insegnato presto ad essere forti e a combattere per i nostri diritti e per l’uguaglianza. Il mio ruolo è combattere, battermi il petto, sollevare la testa e continuare a combattere sempre. In una società razzista, non è sufficiente non essere razzisti, dobbiamo essere antirazzisti! Il calcio ha bisogno di più rispetto, il mondo ha bisogno di più rispetto! Grazie a tutti”, conclude Taison il suo post non ritornando sui suoi passi.

LaPresse

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