ROMA – Il reddito di cittadinanza “ha distrutto il mercato del lavoro, soprattutto per i giovani e soprattutto al Sud. Il mercato del lavoro del Sud era già devastato e il rdc è stato la mazzata finale”. Così, in un’intervista al ‘Il Giornale’ Gianluigi Cimmino, fondatore e amministratore delegato di Yamamay, Carpisa e Jaked. Cimmino spiega che “i giovani rinunciano ad un lavoro regolare e mirano al reddito di cittadinanza” e che “lo Stato si è reso socio di maggioranza del lavoro a nero”.
Per l’imprenditore “c’è una mancanza assoluta di controllo da parte dello Stato. A chi vanno questi assegni? Al di là degli irregolari, le cronache di questi anni ci hanno dimostrato che percepivano il reddito di cittadinanza anche mafiosi, latitanti, ex brigatisti. Per non parlare dei navigator” che “prendono stipendi da dirigenti di banca per non fare nulla, mai trovato un posto di lavoro”.
La soluzione, per Cimmino, sarebbe “sradicare questo sistema. Vanno eliminati gli errori del passato e guardare avanti e il reddito rappresenta un gravissimo errore. L’assistenza è doverosa per chi ha davvero bisogno ma non è concepibile non accettare proposte di lavoro o fare selezioni a piacimento”. E conclude: “il reddito di cittadinanza è stato, soprattutto al Sud, il voto di scambio legalizzato dei grillini per arrivare dove sono arrivati. E sarà ancora lo strumento dei 5 stelle per rimanere in vita”.
(LaPresse)