Regeni, a processo i quattro 007 egiziani. Il legale dei genitori: “Verità più vicina”

Il 14 ottobre, davanti alla Terza Corte d'Assise di Roma, si aprirà il processo a Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif

Foto Claudio Furlan LaPresse 01-02-2019 Milano

ROMA – Cinque anni dopo il sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio Regeni arriva il rinvio a giudizio per i quattro 007 egiziani coinvolti nel caso: il 14 ottobre, davanti alla Terza Corte d’Assise di Roma, si aprirà il processo a Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Sono tutti accusati di sequestro di persone, mentre Abdelal Sharif risponde anche di lesioni e concorso nell’omicidio del ricercatore friulano ucciso nel 2016 a Il Cairo.

Verità per Giulio

“I genitori di Giulio dicono sempre che su di lui sono stati violati tutti i diritti umani – è il commento di Alessandra Ballerini, legale di Claudio e Paola Regeni, mentre insieme a loro lascia il tribunale capitolino -. Oggi finalmente abbiamo una verità processuale e la fondata speranza che almeno il diritto alla verità non sarà tra i diritti inviolabili che sono stati lesi su Giulio. Ci abbiamo messo 64 mesi, ma è un buon traguardo e un buon punto di partenza”. Il gup Pierluigi Balestrieri ha respinto l’eccezione presentata dalle difese, sull’irreperibilità e la mancata notifica agli imputati, dei quali le autorità egiziane non hanno mai fornito gli indirizzi utili a dare notizia degli atti del processo.

Il rapimento

Soddisfatto il pm Sergio Colaiocco che però sottolinea come il processo rappresenterà una “nuova sfida”, nell’ottenere che tutti i testimoni, soprattutto gli egiziani, vengano in Italia a riferire quanto già detto nel corso delle indagini. Giulio venne rapito la sera del 25 gennaio 2016 e il suo corpo martoriato fu trovato nove giorni dopo, lungo la strada che collega Alessandria a Il Cairo. Secondo la ricostruzione della procura di Roma, il ricercatore era attenzionato da polizia e servizi segreti già settimane prima del rapimento.

Le indagini

Le analisi sui tabulati hanno messo in luce i numerosi contatti telefonici tra gli agenti che si erano occupati di tenere sotto controllo Giulio tra dicembre 2015 e gennaio 2016, e gli ufficiali dei servizi segreti coinvolti nella sparatoria con una presunta banda di criminali uccisi nel marzo 2016 a cui gli egiziani provarono ad attribuire l’omicidio. La procura di Roma è convinta che Giulio sia stato torturato e ucciso dopo esser stato segnalato come spia alla National Security dal sindacalista degli ambulanti, Mohammed Abdallah, con il quale era entrato in contatto per i suoi studi.

(LaPresse/di Alessandra Lemme)

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