Reggio Calabria: bancarotta fraudolenta e riciclaggio, sequestrati 2,4 milioni di euro

Operazione della Guardia di Finanza

LaPresse31-03-2012 Firenze, Italia cronaca Blitz della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle Entrate su Ponte Vecchio a Firenze, per controlli fiscali alle botteghe orafe. L'operazione è scattata stamani e ha riguardato la verifica di scontrini e ricevute fiscali. Nella Foto: La Guardia di Finanza su Ponte Vecchio

ROMA – I Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per oltre 2.400.000 di euro, nei confronti di un imprenditore di Laureana di Borrello, amministratore della società concessionaria di terme. All’indagato sono stati provvisoriamente contestati i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, occultamento e distruzione delle scritture contabili nonché di autoriciclaggio.

Le indagini hanno permesso di dimostrare che l’amministratore unico della società avrebbe sottratto risorse finanziarie, derivanti principalmente dagli accrediti effettuati dall’ASP di Reggio Calabria per i servizi offerti in regime di convenzione agli utenti della struttura sanitaria. Gli accertamenti svolti dagli investigatori della Guardia di Finanza avrebbero ricostruito la vita economica della società sino al fallimento dichiarato nell’anno 2019, quando la stessa aveva accumulato debiti per oltre 3.000.000 di euro.

Di contro il rappresentante legale della società concessionaria avrebbe posto in essere reiterate distrazioni di denaro dalle casse aziendali, attraverso l’utilizzo di artifici contabili e bancari, depauperando così le provviste necessarie al pagamento dell’erario e dei fornitori. In particolare, l’indagato avrebbe trasferito intere disponibilità presenti sul conto corrente societario attraverso operazioni fittizie o con trasferimenti verso conti di società a lui riconducibili e ai suoi congiunti per un importo pari a 2 milioni e mezzo di euro, poi utilizzati per il sostenimento di diverse spese personali, quali ad esempio l’acquisto di autoveicoli di grossa cilindrata e moto d’acqua, o per propri investimenti in attività finanziarie. Nello specifico, 1.760.000 euro sarebbero poi stati reinvestiti dall’indagato nella sottoscrizione di quote di fondi d’investimento.

(LaPresse)

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