REGGIO CALABRIA – Reggio Calabria, braccianti sfruttati per un euro l’ora: subivano anche violenze sessuali. Colpo al caporalato nel reggino. I carabinieri hanno arrestato 5 persone dopo la denuncia sporta da un cittadino rumeno. Le indagini hanno permesso di documentare lo sfruttamento, tra settembre 2017 e marzo 2018, di cittadini di nazionalità romena e maliana. In due aziende agricole da parte di imprenditori della piana di Gioia Tauro, i coniugi Antonino Violi e Giuseppina Zagari e Luigi Violi e Concetta Cannizzaro, anche loro marito e moglie.
I lavoratori hanno raccontato dell’orario di lavoro inumano al quale erano quotidianamente sottoposti. Dalle prime luci dell’alba al tramonto, e spesso fino alle dieci di sera. Hanno descritto i soprusi subiti, le offese, nonché le condizioni di vita e di alloggio degradanti a cui erano costretti.
Una paga irrisoria, versata anche in nero
Il tutto per una paga irrisoria e versata in nero, che si aggirava sui 350-400 euro al mese. In media meno di un euro all’ora, a volte addirittura non corrisposta o non versata nei termini pattuiti. Che i braccianti erano costretti ad accettare anche dietro minaccia. Come nel caso di una lavoratrice romena, che Giuseppina Zagari ha costretto a sottoscrivere un documento in cui attestava il percepimento mai avvenuto di quanto dovuto.
In due casi, Antonino Violi e un complice avrebbero anche aggredito sessualmente due lavoratrici. Luigi Violi e la moglie, invece, hanno tentato di eludere un controllo dei carabinieri cercando di sminuire la gravità della situazione di sfruttamento. E offrendo ai militari dei prodotti caseari. Nel corso delle perquisizioni nelle proprietà di Antonino Violi e Giuseppina Zagari trovati anche trovati un fucile a pompa e 3 pistole di vario calibro con la matricola abrasa. Oltre che munizioni e 30mila euro in contanti. I due coniugi sono in carcere, mentre Luigi Violi è stato messo ai domiciliari.
(LaPresse – Silvia Caprioglio)