Reggio Emilia, 21 mar. (LaPresse) – I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Reggio Emilia hanno eseguito controlli contro il caporalato in aziende edili e tessili reggiane. I risultati emersi a seguito dei controlli dei carabinieri hanno portato ad accertare in un’attività commerciale l’impiego in nero del 56% della forza lavoro (su 7 dipendenti 4 sono risultati irregolari) motivo per cui al titolare, un 45enne reggiano, i carabinieri hanno contestato sanzioni amministrative per circa 8mila euro, con il provvedimento di sospensione delle attività commerciale. Un imprenditore con attività sempre a Reggio Emila è stato denunciato alla Procura reggiana per aver installato presso le rispettive sedi aziendali impianti di videosorveglianza idonei al controllo a distanza dei lavoratori senza la prescritta autorizzazione in spregio alle norme sullo statuto dei lavoratori.
Nei guai anche un imprenditore edile 55enne che i carabinieri del nucleo ispettorato lavoro di Reggio Emilia hanno denunciato alla Procura reggiana per uso di atto falso. Nel corso dei controlli i carabinieri hanno accertato che l’artigiano edile aveva presentato il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) falso. Infine sanzioni per oltre mille euro sono state contestate a un altro imprenditore edile 55enne che è risultato non aver sottoposto alla prescritta visita medica preventiva i suoi dipendenti. Nel caso dell’attività commerciale sottoposta a provvedimento di sospensione l’attività è stata ripresa avendo il titolare provveduto al pagamento delle sanzioni ammnistrative a lui contestate, oltre al fatto di aver avviato la regolarizzazione dei dipendenti trovati a lavorare in nero.