LONDRA – Nei suoi 70 anni da monarca, la regina Elisabetta probabilmente ha incontrato più persone di chiunque altro nella storia, tra papi, capi di Stato e star. La sua immagine, su francobolli, monete e banconote, è stata tra le più riprodotte al mondo. Ma le sue opinioni e emozioni sono rimaste per lo più un enigma. Il pubblico ha visto solo scorci della sua personalità: la sua gioia guardando le corse di cavalli al Royal Ascot o il tempo passato con i suoi amati cani Corgi. Eppure Elisabetta aveva un legame intuitivo con molti dei suoi sudditi, che sembrava rafforzarsi nel tempo, mantenendo un senso della prospettiva che le è servito nella maggior parte delle situazioni, come spiegato dalo storico reale Robert Lacey. “Molto deriva dalla sua modestia, dal fatto che fosse molto consapevole di non essere importante, che era lì per fare un lavoro, che è l’istituzione che conta”, sottolinea Lacey. Il senso del dovere ha contraddistinto il regno di Elisabetta. Nel giorno del suo 21° compleanno nel 1947, l’allora principessa Elisabetta andò alla radio e fece una promessa alla Gran Bretagna e alle nazioni del Commonwealth: “tutta la mia vita, breve o lunga che sia, sarà dedicata al vostro servizio”. E, nel corso della sua lunghissima vita, la regina Elisabetta ha adempiuto a quel voto. Attraverso 15 primi ministri, da Winston Churchill a Liz Truss. Attraverso le privazioni della Gran Bretagna del dopoguerra, i disordini sindacali e la Brexit.
Attraverso i divorzi, gli imbarazzi e gli scandali della famiglia reale. La regina è stata un’ancora rassicurante in un mondo in rapida evoluzione. L’impatto della sua perdita sarà enorme e imprevedibile, sia per la nazione che per la monarchia, un’istituzione la cui rilevanza nel 21° secolo è stata spesso messa in discussione.
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