Regionali, De Luca tarda a ‘benedire’ Fico e il congresso Pd resta al palo

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Vincenzo De Luca

NAPOLI – Si allontana il congresso campano del Pd. E il suo slittamento è direttamente proporzionale al temporeggiare di Vincenzo De Luca. Temporeggiare da cosa? Dal riconoscere – senza troppi travasi di bile – il lavoro delle segretarie nazionali di Pd e Cinque Stelle che hanno indicato Roberto Fico come candidato governatore della coalizione di centrosinistra. La storia politica della preparazione, nell’area progressista, alle prossime Regionali – previste, salvo colpi di scena, per fine novembre – comincia con i protagonisti su posizioni diametralmente opposte rispetto a quelle di oggi.

De Luca, governatore uscente, ricevuto il benservito al terzo mandato, minacciava di usare il “lanciafiamme” contro il suo stesso partito. Dal canto loro, i vertici nazionali del Pd vedevano in lui, se non un nemico, almeno un ospite fuori posto alle cene di famiglia. E i 5 Stelle? Peggio
ancora: verso il salernitano c’era un’avversione (almeno in alcuni grillini) a tratti viscerale. E oggi? Tutti insieme appassionatamente, o
quasi.

A Roma, infatti, si è tenuto un incontro a tre tra De Luca, Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ne è uscita fuori la linea comune per non perdere
(anche) la Campania. Il patto è questo: Pd e pentastellati riconoscono quanto di buono fatto da De Luca – una concessione non da poco – e in cambio lui potrà presentare una propria lista con i suoi uomini. Ciliegina sulla torta: il Pd campano finirà nelle sue mani.

Come? Semplice, rendendo segretario regionale suo figlio, Piero De Luca (l’area vicina alla Schlein non proporrà un proprio candidato al
congresso) Un dettaglio, certo. Insomma, dem e grillini dovranno mandar giù una scelta che sa di successione dinastica. E De Luca, da parte sua, dovrà ingoiare il ‘rospo’ Fico: appoggiare l’ex presidente della Camera dopo mesi passati a definirlo con parole non sempre affettuose.
Ora, tutto dovrebbe passare dalla fine del commissariamento e dall’avvio del congresso Pd in Campania. Ma si attende ancora che De Luca
faccia quel passo di ‘riconoscimento ufficiale’ della linea romana. Fino ad allora, tutto resterà congelato. E il congresso rischia di slittare a
dopo il voto. In casa Pd non tutti stappano bottiglie. Marco Sarracino, ad esempio, non salta di gioia all’idea di ritrovarsi Pie- ro De Luca segretario regionale. Ma quando Roma parla, non c’è santo a cui appellarsi.

Anche tra i deluchiani c’è malumore. Ma, per tenere in piedi la baracca e sperare di vincere, Fico diventa un boccone amaro che vale la pena
mandare giù. Questa è la lettura più cattivella. Poi c’è quella politichese, ecumenica, da manuale Cencelli: il ‘riconoscimento dell’altro’. I dem hanno riconosciuto De Luca e il suo peso politico (dato che muove tanti voti). E De Luca, be’, si è ricordato che è il partito ad
aver portato suo figlio in Parlamento e ad averlo sostenuto nella sua esperienza alla guida della Campania.

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