NAPOLI – La posizione divisiva dei renziani campani rispetto alle scelte del governatore Vincenzo De Luca prima sulla scuola e ora sulla gestione della sanità durante questa quarta ondata sembrano dimostrare che Italia viva attraversa una fase di turbolenza interna. Da un lato c’è chi, come i consiglieri regionali Vincenzo Santangelo, Vincenzo Alaia e Francesco Iovino sembra in linea con il presidente campano, dall’altro i coordinatori regionali Angelica Saggese e Ciro Buonajuto e il consigliere regionale Tommaso Pellegrino che non mancano di bacchettarlo (si veda l’intervista di Pellegrino pubblicata ieri da Cronache). E’ chiaro che in questa fase per gli uomini di Matteo Renzi più che mantenere gli equilibri in Regione conta riorganizzarsi in vista dei cambiamenti che auspicano possano avvenire sul piano nazionale dopo l’elezione del presidente della Repubblica. L’appoggio alla capogruppo berlusconiana Annarita Patriarca per permetterle di entrare nel trio dei grandi elettori dimostra l’interesse a rinsaldare l’asse con Forza Italia. Interesse legato all’intenzione di far parte dell’area di centro in cui sperano di trovare ampio spazio oltre che rappresentanza insieme ai mastelliani. L’intento, stando a indiscrezioni sembra essere quello di unirsi, tutti i moderati, e dare sostegno alla candidatura di Silvio Berlusconi come successore di Sergio Mattarella con la certezza che alla fine saranno i leader di Fdi e Lega Giorgia Meloni e Matteo Salvini a sfilarsi, e con la speranza che questo convinca il cavaliere ad unire le forze per dare vita al grande centro. Un’area moderata che per Noi di centro e renziani dovrebbe guardare ad un’alleanza con il centrosinistra: i moderati prenderebbero il posto del movimento 5 Stelle, che viene visto come un partito da archiviare. Da qui la divisione in Italia viva, con una parte che resta in quota deluchiana e l’altra che inizia a scalciare con De Luca per ‘pesarsi’. L’ultima ramanzina al governatore è arrivata proprio da Pellegrino che ha evidenziato le problematiche relative alle vaccinazioni, alle lunghe file negli hub, all’insufficienza delle dosi disponibili e alle tante disfunzioni nel sistema sanitario regionale. Critiche puntuali che non possono essere smentite, ma a cui il consigliere regionale del Pd Massimiliano Manfredi offre giustificazioni. “Bisogna tenere conto del fatto che questa quarta ondata pandemica grazie alla vaccinazione presenta un numero più ridotto di casi gravi – ha detto – ma genera una massa di contagiati che vanno dai sintomi medi agli asintomatici di quattro o cinque volte superiore al flusso delle ondate precedenti. Questo comporta una quintuplicata richiesta di tamponi, cosa che manda in tilt soprattutto le grandi zone urbane mentre viene retta meglio seppur in difficoltà quando ci sono reti di drive-in localizzati come per la Asl Napoli 3 Sud. Per fortuna si spinge di nuovo ad una corsa alla vaccinazione sia delle nuove prime dosi, dalla platea no vax, alle terze dosi per coloro che vogliono rafforzare il ciclo vaccinale. Le due difficoltà che vedo – ha spiegato Manfredi – sono un assalto di pazienti positivi non gravi ai pronto soccorso degli ospedali che sta generando pericolose catene di contagio con gli operatori sanitari e la necessità di potenziare presso gli stessi istituti scolastici in rete la possibilità di vaccinare gli under 15. E’ evidente che, a prescindere dall’organizzazione, questo comporta una grave riduzione dell’assistenza ordinaria, cosa che però avviene su tutto il territorio nazionale. Logicamente questa non è una giustificazione – ha concluso – ma si rischia che per un no vax in terapia intensiva venga tolto il posto a un malato grave non di natura covid”.
Regione Campania. Italia viva, “strappo” verso il grande centro
Da Saggese, Buonajuto e Pellegrino critiche al governatore