CASERTA – Dal risultato del voto per le Amministrative dipenderanno i nuovi assetti in consiglio regionale, ma anche in caso di vittoria dei giallorossi, è difficile che il governatore Vincenzo De Luca apra le porte di palazzo Santa Lucia a un pentastellato. Innanzitutto l’alleanza Pd-M5S si è strutturata solo a Napoli, mentre a Caserta, Benevento e Salerno no. In secondo luogo il presidente segue una linea politica propria, quasi sempre distante da quella del suo partito. Stando a voci di palazzo, c’è solo un motivo che potrebbe portarlo a valutare l’idea di un allargamento dell’esecutivo: la certezza di ricandidatura del figlio Piero in Parlamento. Un posto in giunta in cambio di uno scranno alla Camera, insomma; ma servirebbe un accordo con i vertici romani. Peccato che per il segretario Enrico Letta non sia un buon momento, considerata l’ipotesi di un nuovo congresso nazionale del Pd che potrebbe, tra qualche mese, vedere qualcun altro alla guida del partito.
Il sogno dei grillini, e l’ambizione della capogruppo in consiglio regionale Valeria Ciarambino, per vedersi realizzati richiedono tempi più lunghi rispetto a quelli dell’esito elettorale. Diverso è il discorso sui cambiamenti che potrebbero verificarsi in consiglio regionale. Ogni consigliere ha puntato su candidati propri, arrivando in alcuni casi allo scontro, come è accaduto per esempio tra i dem Bruna Fiola e Mario Casillo. Il risultato delle Amministrative non potrà che condizionare le dinamiche interne ai partiti. Nel Pd potrebbe verificarsi una vera e propria spaccatura: da un lato Casillo e Loredana Raia e dall’altro la Fiola che confida nel sostegno di Massimiliano Manfredi. Meno interessati alle dinamiche interne al gruppo consiliare sono il dem fedelissimo di De Luca Franco Picarone e il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero. Per quanto riguarda gli altri gruppi presenti nel parlamentino campano, molto dipenderà dall’esito elettorale delle liste, civiche e non, presentate nelle diverse città al voto. Il risultato servirà più che altro a pesarsi in vista delle Politiche e puntare ad eventuali candidature. A non essere immune a qualche cambiamento post elettorale anche il Movimento 5 Stelle. Il consigliere Marì Muscarà, da dissidente ha preferito sposare la battaglia anti-alleanze e sostenere come sindaco di Napoli Matteo Brambilla e, soprattutto, essere una voce fuori dal coro, criticando a viso aperto la Ciarambino e il resto del gruppo regionale, cosa che potrebbe costarle l’espulsione. A meno che non decida per prima di lasciare il M5S. Qualche piccola variazione potrebbe interessare anche il centrodestra. Per il leghista Severino Nappi l’aver mancato l’obiettivo di presentare una lista in sostegno di Catello Maresca potrebbe significare un ridimensionamento nel ruolo giocato come dirigente cittadino del partito.
Sorti incerte per il consigliere regionale di Fdi Marco Nonno che, dopo la ‘rissa’ con Pietro Diodato durante la consegna delle liste, resta in attesa che Giorgia Meloni decida se sospenderlo o far finta che nulla sia successo. Pochi i cambiamenti possibili in Fi che come gli alleati almeno fino all’approvazione del prossimo bilancio regionale non farà vera opposizione a De Luca.