Regno Unito: come funziona il voto di fiducia a Johnson

I parlamentari conservatori britannici terranno oggi dalle 18 alle 20 (dalle 19 alle 21 in Italia) un voto di sfiducia sul loro leader, il primo ministro Boris Johnson

Foto Daniel Leal / Pool via AP in foto Boris Johnson

LONDRA – I parlamentari conservatori britannici terranno oggi dalle 18 alle 20 (dalle 19 alle 21 in Italia) un voto di sfiducia sul loro leader, il primo ministro Boris Johnson, dopo le critiche al governo e lo scandalo del cosiddetto ‘partygate’, che ha coinvolto il premier e il suo staff per le feste tenute durante il lockdown.

IL VOTO DEI TORIES. Il voto di sfiducia si tiene se il 15% dei legislatori conservatori – almeno 54 – scrive una lettera a Graham Brady, capo del Comitato 1922 del partito conservatore. Si chiama così perché è stato fondato da legislatori eletti per la prima volta quell’anno. Attualmente è composto da legislatori conservatori che non ricoprono incarichi ufficiali nel governo. Brady ha annunciato che la soglia è stata raggiunta e la votazione si terrà in Parlamento in serata, con il risultato annunciato poco dopo. Tutti i 359 legislatori conservatori possono votare a scrutinio segreto; Johnson ha bisogno di 180 voti per vincere. Se ‘sopravvive’, non ci può essere un altro voto di sfiducia per un anno, a meno che le regole non vengano cambiate. Se Johnson perde, si terrà una selezione per la leadership del partito in cui non potrà correre. Rimarrebbe capo dei Toris e primo ministro fino a quando non verrà scelto un sostituto. La maggior parte degli osservatori politici pensa che Johnson supererà il voto, anche se potrebbe uscirne indebolito: il fatto che si sia raggiunto un numero sufficiente di legislatori per richiedere tale voto rappresenta un momento di svolta per il leader e per il partito. L’ultimo primo ministro a sopravvivere a un voto di sfiducia è stata Theresa May nel 2018. Non ha mai riguadagnato la sua autorità e si è dimessa in pochi mesi, scatenando una gara di leadership che è stata vinta da Johnson.

LA SELEZIONE DEL LEADER. La sfida per la leadership conservatrice avviene in due fasi. Nella prima, i legislatori conservatori tengono un voto iniziale su tutti i candidati. Quello con il minor numero di voti si ritira e la votazione continua fino a quando non rimangono solo due contendenti. A quel punto, vengono messi ai voti dei membri a pieno titolo del partito in tutto il paese. Nell’ultima sfida per la leadership nel 2019, da 10 candidati si è arrivati al testa a testa tra Johnson e l’ex segretario alla Salute Jeremy Hunt. Johnson ha vinto facilmente con circa due terzi dei voti espressi dai membri del partito. Il vincitore del voto diventa leader del Partito conservatore e primo ministro, senza bisogno di elezioni nazionali.

I CONCORRENTI. Qualsiasi legislatore conservatore può candidarsi per sostituire Johnson come leader del partito. I nomi più spesso citati sono la ministra degli Esteri Liz Truss e il capo del Tesoro Rishi Sunak, entrambi con un forte seguito nel partito, e lo stesso Hunt. “Il primo ministro ha il mio sostegno al 100% nel voto di oggi e incoraggio vivamente i colleghi a sostenerlo”, ha scritto in un tweet Truss. “La decisione di oggi è cambiare o perdere”, ha affermato invece Jeremy Hunt, “voterò per il cambiamento”. Altri possibili contendenti sono: il vice primo ministro Dominic Raab, che l’ultima volta ha corso contro Johnson; il segretario all’Istruzione Nadhim Zahawi; Penny Mordaunt, ministra del Commercio internazionale considerata una stella nascente; il segretario di Stato per l’aumento di livello Michael Gove, uno dei membri più potenti del governo Johnson; il segretario alla Salute Sajid Javid, che ha guidato la risposta del Paese al coronavirus.

LaPresse

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