Regno Unito, fiato sospeso per rapporto ‘partygate’ ma Johnson insiste: “Non mi dimetto”

Foto Daniel Leal-Olivas / via AP in foto il primo ministro britannico Boris Johnson parla durante un briefing con i media a Downing Street

ROMA – Nel Regno Unito cresce l’attesa per la pubblicazione del rapporto sullo scandalo ‘partygate’, mentre il premier britannico Boris Johnson ha ribadito, parlando alla Camera dei Comuni, che non si dimetterà. Il leader ha promesso che le conclusioni del dossier verranno rese pubbliche e che ne risponderà davanti al Parlamento, ma al momento non sembra intenzionato a fare un passo indietro.

L’alta funzionaria Sue Gray, che ha indagato sulle accuse secondo cui il primo ministro e il suo staff avrebbero violato le restrizioni anti-Covid tenendo party negli uffici governativi, dovrebbe aver concluso il lavoro. Ma il report non è ancora arrivato sul tavolo di Downing Street. “Mi aspetto che non dovremo aspettare molto”, ha detto alla Bbc la ministra degli Esteri Liz Truss, aggiungendo che non poteva garantire che il governo avrebbe pubblicato il dossier completo, perché potrebbero esserci “problemi di sicurezza”.

Il leader del partito laburista, Keir Starmer, ha nuovamente chiesto a Johnson di dimettersi, in un infuocato question time alla Camera dei Comuni. Starmer ha accusato BoJo di aver mentito al Parlamento sullo scandalo del ‘partygate’. La posizione del premier è diventata ancora più complicata da quando Scotland Yard ha annunciato di aver aperto un’inchiesta riguardo alle violazioni delle norme anti-Covid a Downing Street e in altri edifici governativi.

Se gli inquirenti sentiranno Johnson sarà la prima volta che un premier verrà interrogato dalla polizia dal 2007, quando Tony Blair fu ascoltato come testimone riguardo allo scandalo ‘Cash-for-Honours’. E’ uno “spettacolo vergognoso” avere un primo ministro “oggetto di un’indagine”, ha tuonato Starmer, sottolineando che il premier e il governo non hanno mostrato “nient’altro che disprezzo” per il Paese.

Le accuse hanno fatto infuriare molti cittadini, a cui è stato impedito di incontrare amici e familiari per mesi nel 2020 e nel 2021 per frenare la diffusione del Covid-19, mentre decine di migliaia di persone sono state multate dalla polizia per aver infranto le regole. Nello stesso partito conservatore è cresciuta la fronda dei parlamentari che vorrebbe sfiduciare Johnson. E mentre il premier cerca di rimanere a galla, è stato investito da una nuova bufera.

Un’e-mail di un funzionario dell’ufficio del ministro dell’Ambiente Zac Goldsmith ha suggerito che BoJo abbia autorizzato l’evacuazione di animali dall’Afghanistan durante la caduta di Kabul. Il caso riguarda l’evacuazione dell’organizzazione benefica Nowzad, gestita dall’ex Royal Marine Pen Farthing.

Il messaggio dell’agosto 2021 a un altro funzionario del Foreign Office dice, secondo quanto riporta la Bbc: “Charity Nowzad, gestita da un ex Royal Marine, ha ricevuto molta pubblicità e il primo ministro ha appena autorizzato l’evacuazione del personale e degli animali”. Quando gli fu chiesto a dicembre se avesse dato la priorità agli animali rispetto al popolo afgano nell’evacuazione di Kabul, Johnson rispose che si trattava di una “totale sciocchezza”.(LaPresse)

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