Roma, 29 apr. (LaPresse) – La premier britannica Theresa May ha accettato le dimissioni della ministra dell’Interno britannica, Amber Rudd, nella bufera per il cosiddetto scandalo Windrush, legato a rivelazioni sui diritti negati a una generazione d’immigrati dalle ex colonie britanniche. L’annuncio è di Downing Street, e viene riportato dalla Bbc.
Lo scandalo è legato ai discendenti della cosiddetta Generazione Windrush, originaria della Giamaica e altri Paesi carabici, chiamata a lavorare nel Regno Unito dal 1948 al 1971 quando c’era carenza di manodopera. Adesso, però, i discendenti di questi migranti si vedono negati diritti basilari perché non riescono a documentare il loro status. Il governo di Londra, che sta portando avanti un piano di deportazioni per mostrare i muscoli nel gestire la politica migratoria, si è già scusato per alcuni casi di ingiusta incarcerazione e ha promesso che le persone coinvolte avranno la cittadinanza britannica.
Rudd, esponente conservatrice che ricopriva la carica di ‘Home Secretary’ dal 2016, era finita nella bufera per aver detto che l’esecutivo a guida Theresa May non aveva obiettivi specifici sul numero di deportazioni, cosa che spinge a far uscire dal Paese anche persone che avrebbero il diritto a restare.
Il quotidiano britannico ‘The Guardian’, però, aveva reso noto che c’era una lettera della Rudd alla prima ministra May, l’anno scorso, in cui si parlava di una volontà “ambiziosa ma realizzabile” di aumentare il numero di deportazioni. L’ex vice di Rudd aveva parlato di “ambizioni piuttosto che obiettivi”, ma voci riferivano che il traguardo sarebbe stato un +10% di espulsioni.
L’opposizione ha chiesto al governo di chiarire con maggior precisione, in documenti ufficiali, quali sono gli obiettivi dell’esecutivo. E Rudd era attesa al Parlamento di Londra lunedì per chiarire una posizione su cui finora era sembrata contraddittoria.