Londra (LaPresse/AFP) – Non c’è “nulla che suggerisca” che sia stato l’agente nervino Novichok a provocare un malore a una coppia che si trovava ieri in un ristorante italiano a Salisbury. La città nel sudovest dell’Inghilterra in cui il 4 marzo scorso sono stati avvelenati l’ex spia russa Sergey Skripal e la figlia Yulia. Lo ha annunciato nella notte la polizia britannica.
Dopo che i due si erano sentiti male domenica sera, diverse parti di Salisbury erano state isolate. Ed era stata chiamata sul posto una squadra di agenti incaricati di trattare situazioni pericolose. “A causa dei recenti eventi nella città e delle preoccupazioni che la coppia fosse stata esposta a una sostanza sconosciuta, da tutti i servizi di emergenza è stato adottato un approccio altamente precauzionale”, ha fatto sapere la polizia della contea di Wiltshire. Aggiungendo di potere “confermare che non c’è nulla che suggerisca che quella sostanza sia il Novichok”.
La parte della città era stata isolata subito dopo la segnalazione del malore della coppia
La polizia riferisce che la coppia – un uomo di circa 40 anni e una donna di circa 30 – sono stati visitati in ospedale, dove restano in osservazione. Non è chiaro se sia stato commesso un crimine, prosegue la polizia. Aggiungendo che gli eventi non vengono più trattati come un caso di grande entità. Ma che le indagini proseguono. Per l’avvelenamento di Skripal e della figlia lo scorso 4 marzo a Salisbury con il Novichok, sostanza creata nell’Unione sovietica, il Regno Unito accusò la Russia. Accusa respinta da Mosca. Skripal e la figlia sono sopravvissuti. Ma una coppia britannica, Dawn Sturgess e Charlie Rowley, venne a contatto con l’agente nervino in una città vicino Salisbury qualche mese dopo e Sturgess, 44 anni, morì in ospedale.