ROMA – “Quanto ci temono per attaccarci così?” o “Evidentemente a loro facciamo paura“. L’ultima enews di Matteo Renzi è piena zeppa di esclamazioni di questo tipo in riferimento all’azione di governo di Lega e 5 Stelle. All’ormai tramontato leader Pd, a quanto pare, non rimane che immaginare attacchi contro di lui nel tentativo disperato e solitario di essere ancora al centro della scena politica. quando invece nessuno se lo fila più. Si autoaccatto per avere la possibilità di rispondere. Viene in mente un’aforisma di Ennio Flaiano: “Afflitto da un complesso di parità, non si sentiva inferiore a nessuno”. Ma l’apoteosi dell’egocentrismo immaginario Renzi lo raggiunge quando che le manovre del governo sono una strategia “per dire che è colpa di Renzi“. La dura verità è che attorno all’ex premier, tranne rare e insignificanti occasioni, è caduto un silenzio assordate. Perché è politicamente irrilevante. Anche tra i suoi compagni di partito: non vedono l’ora di liberarsene. Ha vinto la strategia del “senza di me”.
Renzi costretto a immaginare gli attacchi di Salvini e Di Maio
“La propaganda grillina necessita di una risposta più forte: parleremo (anche) di questo alla Leopolda. Evidentemente a loro facciamo paura. A noi invece non fanno paura, solo imbarazzo. Dovrebbero governare l’Italia e passano i pomeriggi a girare video a bordo di un aereo di servizio nel quale sono saliti più volte loro di me“, scrive Renzi per poi incredibilmente aggiungere: “Se questo è il loro livello di disperazione, dobbiamo farci trovar pronti: toccherà di nuovo a noi. E molto prima del previsto“. Al di la della facile ironia c’è un punto politico su cui è obbligatorio battere. Senza entrare nel merito delle politiche del governo Lega- 5 Stelle, una cosa è certa: bene o male, non sono al governo per punire Matteo Renzi. Di questo l’ex leader Pd, se vuole fare un piacere al Pd e alla sinistra, dovrebbe farsene una ragione.
E’ sempre colpa di qualcun altro
L’ex premier non se la prende solo con Salvini e Di Maio. Sempre afflitto da una sorta di revanchismo irrazionale, spara a zero su chiunque non sia suo amico. La stessa ‘analisi della sconfitta’ renziana è una narrazione cieca, che individua nelle opposizioni interne o esterne (nel Pd o a sinistra di esso) la cause di una batosta storica e senza precedenti. Mai, nemmeno per un attimo, Matteo Renzi ha pensato o pensa di ave sbagliato qualcosa. E se non è colpa di Salvini e Di Maio è certamente colpa di Andrea Orlando, Michele Emiliano, Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema. Ma i fatti sono testardi e dovrebbe accorgersene anche lui.
La sinistra che abbandona il renzismo
Entrando del merito di questioni più squisitamente politiche, occorre abbandonare per un momento la delirante enews dell’ex sindaco di Firenze. Ancora una volta ad impressionare è la mancanza di linea politica nel discorso renziano. Matteo Renzi non si è accorto di un dettaglio abbastanza evidente: ha perso. Ha perso su tutti i fronti. Il governo va avanti, nel bene o nel male lo dirà la storia, a prescindere da Renzi. Il Pd e la sinistra possono reagire a prescindere da Renzi. Anzi, e pare lo abbiano capito in tanti nel variegato mondo progressista, la rinascita della sinistra coincide con la “cacciata” dell’ex segretario, della classe dirigente che ha segnato quella stagione e le politiche da loro partorite. Di questo Matteo Renzi deve farsene una ragione. Ne va della sua ‘salute’ mentale.