Se l’aspettava, ha detto Nicola Zingaretti al Corriere della Sera. L’addio di Matteo Renzi era nell’area. E’ dispiacituo il segretario, considerata la decisione del fiorentino “un errore”, come ha scritto ieri sui social. Ma il Pd deve guardare avanti.
L’errore da evitare, ha fatto sapere il governatore del Lazio, è evitare di chiudersi nel ‘palazzo’. Serve aprirsi “alle energie e alle idee nuove della società italiana”, tornare a parlare con le persone.
A novembre ha annunciato un appuntamento nazionale e ad ottobre i militanti dem saranno in piazza. Sull’asse con i grillini in vista delle regionali va cauto: l’ha definito “un processo politico di confronto, dialogo e avvicinamento”.
Intanto la crazione di ‘Italia viva’, la creatura di Renzi, preoccupa Giuseppe Conte: il capo dell’esecutivo teme che l’autonomia del senatore toscano possa condizionare l’operato del governo.
“Il partito novecentesco non funziona più. Voglio fare una cosa nuova – ha spiegato ieri Renzi -, allegra e divertente ma che metta al centro i problemi. I parlamentari li ho lasciati tutti a Zingaretti. Basta con questa cosa che se faccio una cosa io c’è sempre un retropensiero”. E l’ex premier ha parlato anche di numeri: “Sono più di 40 i nostri parlamentari, saranno 25 deputati e 15 senatori e ci sarà un sottosegretario, non due”.