ROMA – Il crollo elettorale del Movimento 5 Stelle in Sardegna rischia di segnare un punto di non ritorno per i pentastellati. La leadership di Di Maio è messa in discussione da una fetta di parlamentari ed esponenti di spicco, lo stesso fondatore e garante Beppe Grillo avanza dubbi, mentre i ‘governisti’ sono nervosi, in difficoltà e rischiano di peggiorare la situazione giorno dopo giorno.
Di Maio come Renzi: perde ma va tutto bene
Per Luigi Di Maio passare dal 43% delle Politiche a poco più del 10% alle Regionali in Sardegna è una vittoria. Il capo politico dei 5 Stelle esulta per l’ingresso del Movimento in consiglio regionale e anzi rilancia: secondo il vicepremier le politiche del governo, scontentando “banche e assicurazioni”, hanno incrinato di poco il consenso. La rimozione della sconfitta, l’ignorare i segnali di difficoltà, tacciare di ‘tradimento’ chi prova a protestare somigliano molto al comportamento di Matteo Renzi dal giorno dopo la batosta referendaria ad oggi. Luigi Di Maio si sente all’angolo e proverà a difendere con gli artigli la sua leadership, con i rischi del caso. La similitudine di comportamento tra il vicepremier e l’ex segretario Dem è lampante. Le conseguenze sono note a tutti.
Verso la resa dei conti interna, Fattori: “No al doppio incarico a Di Maio”
Il Movimento è all’alba di un redde rationem iniziato con la disfatta in Abruzzo e che probabilmente terminerà all’indomani del voto europeo. In tanti iniziano a mettere in dubbio l’accordo di governo con la Lega e la leadership di Di Maio. “Secondo me Luigi deve fare solo il capo politico, che è già un impegno enorme. Non dovrebbe ricoprire tutti gli incarichi che sta ricoprendo. Il resto gli ruba solamente tempo, ci sono delle persone preparate che lo potrebbero sostituire“, afferma la senatrice Elena Fattori ai microfoni di Rai Radio 1. “La regola dei due mandati per me è aurea“. Le parole di Fattori si aggiungono a quelle della deputata Paola Nugnes, che ieri parlava di messa “in discussione della leadership di Di Maio”. Ad entrambe risponde Sergio Bettelli, tesoriere M5S: “Se non vi sta bene la linea politica del Movimento andate via. E’ meglio avere qualche voto in meno che una polemica al giorno“. Anche in questo caso la somiglianza con il Pd renziano è evidente. C’era chi protestava e chi zittiva.
Grillo contro Di Maio: il comico ha il potere di destituirlo
Ma se la nuova linea degli alti dirigenti 5 Stelle è sostanzialmente “chi non è d’accordo vada via”, pur di non farsi scalzare da governo e guida del partito, allora dovrebbero ‘cacciare’ anche Beppe Grillo. Solo ieri il comico genovese affermava “forse non siamo pronti” e “me la devo prendere con Luigi?”. In una cena, pare, il litigio tra i due ha toccato picchi mai registrati fin ora. Grillo secondo statuto ha il potere di destituire Di Maio. Ai microfoni di Circo Massimo è il sottosegretario Stefano Buffagni a cercare una sintesi tra le posizioni: “Dobbiamo dare di nuovo un motivo alle persone per capire perché c’è differenza tra noi e la Lega. Spesso, probabilmente, essendo al governo insieme subiamo questo abbinamento e questo avvantaggia loro. Stiamo facendo una serie di errori“.