“Abbiamo ancora, questo riguarda tutti, e avremo sempre bisogno di questa attitudine: del senso di responsabilità di saper collocare al centro l’interesse generale del Paese e dei suoi cittadini”. Ma le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella rischiano di restare parole al vento. Il Pd sembra essere intenzionato a non appoggiare nessuna delle probabili forze di Governo, sia che si tratti del centrodestra a trazione leghista con Matteo Salvini premier, sia che si tratti del M5S con Luigi Di Maio alla guida del Paese. Ancora una volta il Pd dimostra di avere memoria corta, i 5 anni di governo di centrosinistra sono stati ricchi di richiami alla responsabilità che gli altri, non i pentastellati, hanno accolto turandosi il naso. Da Gianni Letta a Matteo Renzi fino a Paolo Gentiloni, senza le alleanze trasversali, senza il sostegno di Angelino Alfano, senza il patto del Nazareno con Silvio Berlusconi e infine, senza Denis Verdini, non avrebbero potuto governare. Che altri possano godere degli stessi benefici di cui hanno goduto loro con gli ‘inciuci’ non se ne parla. E poco contano le questioni di principio, è solo una questione di calcolo come dimostrano le parole del fedelissimo di Renzi, sindaco di Firenze, Dario Nardella. “Un’alleanza con i 5 Stelle? E’ impensabile – ha detto a QN- Né con i 5 Stelle né con la Lega. Siamo troppo distanti per governare insieme e poi con un passo di questo tipo passeremmo dal 18 all’8%”. Ma perché con Fi, Ncd e Ala il Pd era vicino? Se è così a distanza di tempo c’è da dare ragione a chi parlava di Renzi e Berlusconi come la faccia della stessa medaglia, come un’unica entità politica dal nome mitico allegorico di Renzusconi.