ROMA – Le Regioni al Governo: “Chiediamo una semplificazione”. IL concetto è stato espresso dal Governatore della Lombardia Attilio Fontana che mette sul tavolo del Governo una serie di richieste atte a modificare lo stato attuale delle restrizioni nell’ottica della “semplificazione” in quanto molte delle regole in essere appaiono ora come ora anche grazie ai vaccini estremamente limitanti.
Le richieste
Tra le richieste dei governatori al primo posto senz’altro quello dell’eliminazione del sistema delle quattro fasce a colori (bianca, gialla, arancione e rossa) con le conseguenziali restrizioni relativamente alla colorazione acquisita in base alla gravità della situazione epidemiologica. Tra l’altro per chi è in possesso del Super green pass già oggi molte delle regole non sono più in vigore.
Mezzi pubblici
Ad oggi le disposizioni prevedono che la capienza non superi il 50% in zona arancione, ma fano sapere i governatori che “con questo limite, con le scuole in presenza e il minor utilizzo dello smart working rispetto allo scorso anno, non si è in grado di portare studenti e lavoratori a scuola e sul posto di lavoro”.. Dunque il passaggio all’80% sembra essere un passo fondamentale.
La quarantena
Per quanto concerne i tempi della quarantena il governatore della Lombardia Attilio Fontana, su Facebook ha dichiarato: “So che le varie regole su isolamenti e quarantene stanno provocando parecchi disagi e per questo vi anticipo che come Lombardia, in sede di Commissione Sanità della Conferenza delle Regioni, stiamo chiedendo al Governo una semplificazione, soprattutto per asintomatici con ciclo vaccinale completo. Siamo fiduciosi che le nostre richieste, condivise anche dagli altri presidenti di Regione, possano essere accolte”.
Sospensione pass ai positivi
Dalla Regione Lazio giunge la proposta di “evitare di sospendere il pass ai positivi asintomatici con dose booster” oltre a quella “di togliere l’obbligo del test al termine dei cinque giorni di auto-sorveglianza per coloro che hanno avuto un contatto stretto con un positivo”. Secondo il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini “le persone devono poter tornare alla vita quotidiana nei tempi previsti e il carico delle strutture sanitarie va alleggerito, anche rispetto alla gestione di una mole imponente di tamponi”. E, sui costi sostenuti dalle Regioni per la pandemia e i rimborsi ha aggiunto: “Se avevamo chiesto 2 miliardi, conti alla mano, e ce ne danno un terzo, i bilanci non si chiudono. Sono soldi che abbiamo speso per combattere la crisi sanitaria più pesante dell’ultimo secolo e che, contrariamente a quanto ipotizzato mesi fa, sta proseguendo anche nel 2022”. Il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani ha sottolineato come “nel 2021 l’apparato Covid ha significato per la Toscana 600 milioni, averne solo 42 dallo Stato e doverne cercare altri nelle pieghe del bilancio regionale non è una cosa bella. Su questo dobbiamo avere tutta la tranquillità possibile per spendere il necessario e affrontare l’emergenza del Paese”.
La controtendenza
Ha una versione del tutto diversa rispetto ai colleghi, e non è la prima volta, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca che ha chiesto “di non limitare esclusivamente alle zone rosse la possibilità per i presidenti di Regione di emanare ordinanze sulla sospensione delle lezioni in presenza”, mentre il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli ha ribadito che in questo particolare momento non c’è “bisogno di sconti, ma di interventi per ridurre la pressione sugli ospedali e raffreddare la curva. Pensiamo a chiusure selettive”.