Dal modulo ai giovani, così cambia l’Italia con Mancini

Il 28 maggio a San Gallo nell’amichevole contro l’Arabia Saudita il debutto del nuovo ct

Mancini, priorità al ricambio generazionale
Foto LaPresse

ROMA (Tommaso Barra) – Dopo la trattativa, la firma, le foto e i sorrisi, Roberto Mancini inizia a lavorare al ricambio per la rinascita dell’Italia che sarà. L’ex allenatore di Inter, Manchester City e Zenit è intenzionato ad operare una rivoluzione, ritenuta necessaria per rilanciare l’intero movimento. Il disastro VenturaTavecchio, culminata nell’esclusione dai Mondiali di Russia, Mancini è pronto a prendersi e cambiare la Nazionale.

Tra modulo, conferme e grandi ritorni

Addio alla difesa a 3 o a ‘strampalati’ 4-2-4. A meno di clamorose eccezioni, Mancini dovrebbe impostare l’Italia col 4-3-3. Modulo migliore, considerando la grande abbondanza di esterni d’attacco e di centravanti abituati a fare a spallate da soli contro i difensori avversari. Il problema principale, di contro, potrebbe essere rappresentato dalla penuria di mezze ali. Ecco che, quindi, non va scartata l’ipotesi 4-2-3-1. Schema più volte utilizzato in carriera dal Mancio, che potrebbe adattare più di un calciatore nel ruolo di trequartista. Da Cristante a Bernardeschi, in molti potrebbero supportare il centravanti. Da questo punto di vista, l’attesa maggiore è per il ritorno in azzurro di Mario Balotelli. L’attaccante del Nizza, che ad agosto compirà 28 anni, è legato da un rapporto di stima profonda con Mancini. Fu quest’ultimo a lanciarlo nell’Inter quando era poco più che maggiorenne.

Ricambio generazionale

La novità maggiore, però, arriverà dal ricambio generazionale. Tra scelte e ‘obblighi’, l’Italia di Mancini avrà in gioventù e freschezza una caratteristica peculiare. Via Buffon, De Rossi e probabilmente Parolo, con Bonucci e Chiellini ultimi ‘baluardi’ della vecchia guardia. Spazio quindi a Donnarumma, Conti, Caldara, Spinazzola (che però oggi ha ricevuto la tremenda notizia della rottura dei legamenti) e Rugani in difesa, oltre allo stesso Cristante a centrocampo e all’accoppiata Bernardeschi-Chiesa in attacco. Tanti giovani ormai affermati e pronti al grande salto. Verso gli Europei del 2020, Mancini ha due anni di tempo per amalgamarli e riportare la Nazionale nell’élite del calcio mondiale. Di Italia-Svezia non se ne vedano più.

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