Riciclaggio per il clan Contini: presi in 5, c’è pure un poliziotto. Sequestrata la pizzeria dei vip

In carcere il titolare della pizzeria ‘Dal Presidente’ di via dei Tribunali, la moglie e un elemento di spicco della cosca. Ai domiciliari l’agente e una commercialista

NAPOLI – I proventi della nota pizzeria “Dal Presidente” di via dei Tribunali nel centro storico di Napoli sarebbero andati in parte al clan Contini e sarebbero stati destinati al sostentamento dei detenuti e delle rispettive famiglie. E’ quanto ricostruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli nell’inchiesta culminata ieri con il sequestro della pizzeria e l’esecuzione di 5 arresti: tra i destinatari spiccano il titolare, Massimiliano Di Caprio, 49enne, e la moglie Deborah Capasso di 46 anni. Per loro il gip di Napoli Giovanni De Angelis ha disposto la custodia cautelare in carcere insieme a Vincenzo Capozzoli, 49enne già detenuto per altre cause, cognato di Deborah Capasso, considerato esponente di spicco del clan Contini e ritenuto titolare occulto della pizzeria. Per gli altri due il gip ha disposto gli arresti domiciliari: si tratta di Giulia Nappo, commercialista di 62 anni, e di Guido Albano, poliziotto di 56 anni. All’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di ispettore capo della Squadra Mobile di Napoli. Attualmente prestava servizio alla Polizia Stradale di Avellino. Secondo la ricostruzione della Dda condivisa dal giudice, avrebbe fornito la propria collaborazione per risolvere questioni relative ad autorizzazioni e permessi per aprire una panetteria. I reati ipotizzati sono trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dall’agevolazione del clan Contini. Dalle parole dei collaboratori di giustizia è emersa la riconducibilità della pizzeria “Dal Presidente” (così chiamata perché il suo fondatore aveva servito il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton durante il G7 del 1994) ad esponenti della criminalità organizzata del centro storico partenopeo. Dalle indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Napoli è emerso che tra i soci occulti della società figurava Capozzoli, detto “Enzo ‘a miseria”, cognato di Di Caprio e ritenuto affiliato al clan Contini. La società era invece intestata alla moglie di Di Caprio, Deborah Capasso.

Sequestrati beni per 3,5 milioni di euro. Confiscate case e un’agenzia di viaggi

NAPOLI (aa) – Durante le indagini è stata appurata anche la fittizia intestazione di un’agenzia turistica, che il precedente titolare sarebbe stato costretto a dismettere con minacce, percosse e intimidazioni, e di sette immobili di lusso in diverse zone della città tra cui piazza Sannazaro e via Duomo, zona a pochi passi dalla sede della pizzeria “Dal Presidente”, rilevata da Massimiliano Di Caprio, secondo quanto si legge nelle pagine dell’ordinanza che ha accompagnato i provvedimenti notificati ieri, grazie alle risorse e alla protezione di Vincenzo Capozzoli, cognato della moglie Deborah Capasso ed elemento di spicco del clan. Gli indagati avrebbero reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell’acquisto degli immobili l’importo complessivo di 413mila euro, versato in contanti con operazioni sui conti societari e personali. La somma è stata sequestrata insieme alle quote delle società, all’agenzia di viaggi e agli immobili, il tutto per un valore complessivo di oltre 3,5 milioni di euro. Le indagini nascono da una serie di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, tra questi Gennaro De Tommaso, detto Genny la carogna, ex capo ultrà del Napoli già arrestato per traffico internazionale di stupefacenti.

Sequestrata la pizzeria dei vip

NAPOLI (Giuseppe Palmieri)- E’ una storia lunga quella della pizzeria ‘Dal Presidente’, cominciata prima ancora che aprisse i battenti. Era l’8 luglio del 1994, a Napoli era in corso il G7 passato poi alla storia per il primo avviso di garanzia notificato all’allora premier Silvio Berlusconi, quando in un fuori programma il presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, si regalò una incursione tra i vicoli di Napoli. Quel giorno mangiò una pizza preparata da Ernesto Cacialli, capo pizzaiolo di ‘Di Matteo’. Così Cacialli diventò ’O Presidente e dopo diversi anni decise di mettersi in proprio aprendo la pizzeria che ha nel nome la storia di quel giorno indimenticabile. Oggi la saracinesca del locale di via Tribunali è abbassata. Dalle mani di Cacialli, la pizzeria è passata in quelle di Massimiliano Di Caprio, che ieri è finito in manette. E, secondo gli inquirenti, quella storica attività era finita nella fittissima rete di interessi del clan Contini. La figura di Di Caprio è cruciale nell’inchiesta della Procura. Nonostante diversi precedenti penali accumulati negli anni (il suo nome è finito spesso nei verbali dei pentiti della malavita napoletana), la sua sembrava una storia di redenzione. ‘Dal Presidente’ ha continuato ad essere, sotto la sua guida, sempre un punto di riferimento per napoletani e turisti, aveva aperto una nuova sede a Capri, con una inaugurazione alla quale hanno partecipato diversi personaggi del mondo dello spettacolo. Ai tavoli di via Tribunali non era insolito vedere vip italiani e non solo. E Di Caprio promuoveva diverse attività di beneficenza, con pizze regalate ai più poveri con l’aiuto delle associazioni. Sui social non si è mai nascosto, ha preso posizione, ha pubblicamente sostenuto la candidatura a sindaco di Catello Maresca, ha polemizzato con diversi colleghi ed è finito anche al centro della bufera nel 2022 per un post su Instagram, poi rimosso. “Ascoltatemi bene: a me non me ne fo*te niente di consensi e di avere più clienti e di candidarmi in politica per avere voti o fare soldi. Io sono uomo e non voglio offendere la legge di Gesù Cristo che ha creato uomo e donna”, condite da altre espressioni omofobe. “Solo uno sfogo”, commentò dopo l’inevitabile ondata di indignazione. Un episodio che comunque non ha compromesso la reputazione di una pizzeria storica che ha ospitato uomini delle istituzioni, artisti, calciatori, vere star dello spettacolo e tanti, tantissimi altri. Secondo la Procura, però, quella di Di Caprio non era davvero una storia di redenzione e rinascita, di un uomo che aveva saputo tirarsi fuori da contesti complessi per dare lustro a un piccolo pezzo di storia della città. Pesanti le affermazioni su di lui, ‘Massimiliano ’a capretta’, di diversi collaboratori di giustizia. Viene collocato dai pentiti su diverse scene per episodi e affari legati al clan Giuliano, agli Abbinante, anche ai Mazzarella, storici rivali dei Contini. Parole di pentiti, anche di grande rilievo che si riferiscono a un passato ormai remoto. Ma di recente, nel 2019, davanti ai pm ha preso la parola Gennaro De Tommaso, alias Genny ’a carogna, che di lui ha raccontato: “Di Caprio che è rimasto lunico proprietario della pizzeria anche se non so se sia il formale intestatario della società. Di Caprio, che ha recentemente aperto una succursale del pizzeria sull’isola di Capri, è il cognato di Vincenzo ’a Miseria affiliato al clan Contini”. Parole che hanno innescato la nuova indagine. E che ieri hanno fatto abbassare la saracinesca in via Tribunali.

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