Rifiuti e clan dei Casalesi, Cassandra: “Graziano presentò Zagaria a Savoia”

A raccontarglielo sarebbe stato il santarpinese. Il dem: non conosco queste persone

Stefano Graziano

CASAPESENNA – Affare rifiuti, clan dei Casalesi e politici: sono i tre protagonisti di una pessima storia che dura da troppi anni. A scriverla decine e decine di indagini coordinate dalla Procura distrettuale di Napoli. Una delle sue ultime pagine è stata firmata dal reparto operativo del Comando carabinieri per la Tutela ambientale e leggendola c’è un nome che si ripete con insistenza: è quello dell’imprenditore santarpinese Carlo Savoia.

L’arresto

Citando il pentito Nunzio Perrella, “la monnezza è oro”, fa gola a tanti, e Savoia ha dedicato parte della sua vita a gestirla. Per la Dda partenopea, però, lo ha fatto in modo illecito: con la complicità di politici e dirigenti comunali sarebbe riuscito a turbare diverse gare d’appalto per l’igiene urbana, riuscendo a farle assegnare a ditte che orbitano nella sua galassia. Il 21 dicembre scorso è stato arrestato per reati che nulla hanno a che vedere con la criminalità organizzata. Ma c’è un’altra indagine, ancora in corso, che coinvolge il santarpinese accostandolo al clan dei Casalesi.

Il lasciapassare del clan

Se con le sue imprese, chiusa l’epoca dei Consorzi, è riuscito a mettere le mani sul settore monnezza, è perché avrebbe ottenuto l’ok della criminalità organizzata. Un lasciapassare incassato, questa la tesi a cui sta lavorando la Procura distrettuale, grazie alle intermediazioni di alcuni politici. A mettere gli inquirenti su questa strada hanno contribuito le dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia. Tra loro c’è Luigi Cassandra, ex assessore di Trentola Ducenta e colletto bianco della cosca guidata da Michele Zagaria.

L’incontro al ristorante

Nel 2018 ai magistrati della Dda ha raccontato che Savoia si era mosso per avere il via libera dal clan anche “sfruttando la sua amicizia con Stefano Graziano”, ex consigliere regionale di Teverola ed esponente di punta del Pd campano. “Savoia – ha riferito Cassandra – mi disse che Graziano gli aveva procurato un incontro con Alessandro Zagaria (ora a processo in Appello con l’accusa di associazione mafiosa ndr), persona di sua fiducia, nonché persona che lo stesso Savoia mi disse essere legata a Michele Zagaria. Da questo incontro, a detta di Carlo, egli aveva ricevuto il nulla osta a poter operare sui Comuni di competenza di Michele Zagaria, ossia Casapesenna, Trentola Duceta, Grazzanise e Cancello Arnone”.
Cassandra dice di aver avuto queste informazioni da Savoia a Formia. Nei primi mesi del 2015 si sarebbero visti casualmente in un ristorante. Il trentolese, all’epoca sottoposto al divieto di dimora in Campania, con la sua famiglia si recò, come in quel periodo faceva ogni domenica, nel ristorante Italo. “Appena entrato – ha chiarito – notai seduti ad un tavolo Savoia in compagnia di Gennaro Coronella (ex parlamentare del Pdl di Casal di Principe, ndr) e Massimo Grimaldi (consigliere regionale di Forza Italia originario di Carinola, ndr)”. Il santarpinese all’ex assessore in quell’occasione avrebbe chiarito anche i motivi per i quali si trovava a pranzo con i politici del centrodestra (tema che affronteremo nel prossimo articolo).

La prigione laziale

A parlare a Cassandra di Graziano sarebbe stato anche Giuseppe Nobile. E in questo caso le informazioni non gli furono date in un ristorante, ma nel carcere di Frosinone: “Nobile è di Grazzanise ed è parente di Alfonso Cacciapuoti (ex capozona dei Mazzoni, ndr)”. Si trovava in cella perché stava scontando un residuo di pena dovuto alla sentenza Spartacus 2. “[…] Mi disse che durante le elezioni regionali del maggio 2015, periodo in cui egli era libero, aveva avuto indicazioni dalla famiglia Zagaria di indirizzare i voti a Grazzanise a Stefano Graziano. Non so chi avesse della famiglia Zagaria dato questa imbasciata, ma Giuseppe Nobile – ha riferito Cassandra – mi disse che testualmente era giunta da Casapesenna, espressione che nel nostro gergo significava dalla famiglia Zagaria”. Il teverolese a Grazzanise nel 2015 ottenne 89 preferenze.

“Non conosco queste persone”

Graziano è già stato coinvolto in un’inchiesta della Dda tesa a verificare i suoi presunti legami con il clan, ma nel 2016 è stata archiviata. Le parole di Cassandra arrivano nelle mani della Procura nel 2018, dopo che Savoia aveva già subito le perquisizioni, raccontate dalla stampa, in merito all’attività investigativa che nel mese scorso è sfociato nel suo arresto (ora è ai domiciliari). Quelle del trentolese sono notizie dal contenuto pesante, che logicamente vanno prese con le pinze: non sono oro colato, ma vanno riscontrate, verificate, considerando anche che in alcuni processi la Dda nonostante lo avesse interrogato durante le fasi di indagine ha poi deciso di non ascoltarlo in aula. E non va escluso che possano essere (le sue informazioni) anche imprecise o del tutto false.
A quanto ci risulta, Graziano non è coinvolto in una nuova indagine e va considerato innocente fino a prova contraria. Contattato, l’ex consigliere regionale non ha voluto commentare, limitandoci a dire che non conosce Cassandra e di non aver mai avuto rapporti con Savoia.

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