CASTEL VOLTURNO – Proseguiranno per altri tre giorni, fino al 31 ottobre, gli scavi nei campi da golf di Pinetamare, disposti dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Le operazioni, coordinate dai magistrati Mariangela Condello e Vincenzo Quaranta, si inseriscono nell’ambito di un’inchiesta avviata per far luce sulla possibile presenza di rifiuti interrati nell’area realizzata negli anni Novanta dal gruppo Coppola. Gli interventi, iniziati il 3 ottobre, sono ripresi ieri con la partecipazione dei carabinieri della stazione di Pietramelara,
affiancati dal gruppo forestale dell’Arma, dai vigili del fuoco di Caserta, dalla capitaneria di porto di Castel Volturno e dai tecnici dell’Arpac. La prosecuzione delle indagini è stata disposta come accertamento tecnico non ripetibile, a conferma della delicatezza e dell’importanza degli approfondimenti in corso.
Le attività di scavo – già oggetto di precedenti verifiche – puntano a chiarire la natura dei materiali presenti nel sottosuolo e a raccogliere nuovi elementi sull’origine dei terreni utilizzati per la realizzazione del campo da golf, da tempo sotto osservazione per presunte irregolarità ambientali. Degli accertamenti sono stati informati Domenico Romano, Francesco Pappalardo e la società Pinewoods Hotel Spa. Secondo la ricostruzione della Procura, Romano, nell’interesse dei Coppola (gli imprenditori che avevano dato il via al progetto), tra il 1990 e il 1994, avrebbe utilizzato rifiuti plastici per colmare le buche del campo da golf, ottenendo una relazione di copertura dall’allora comandante della Capitaneria di porto Pappalardo, nella quale si attestava falsamente l’assenza di materiali inquinanti. Quest’ultimo avrebbe redatto il documento in cambio di 1,5 milioni di lire.
I reati di falso e corruzione risultano oggi prescritti, ma resta aperta l’ipotesi di inquinamento ambientale. La presenza congiunta di Arma, Capitaneria, Vigili del fuoco e Arpac conferma la complessità tecnica e ambientale dell’inchiesta, che punta a verificare le condizioni reali del sottosuolo e a stabilire se nell’area del complesso turistico siano effettivamente presenti rifiuti o sostanze inquinanti. Gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva di condanna



















