Riforme, Meloni: “Sul presidenzialismo la maggioranza non voti soppressivo”

“Noi abbiamo presentato una pdl in senso semipresidenziale alla francese, ma voglio dire che siamo disponibili a discutere di tutto, purché la maggioranza non voti l’emendamento soppressivo della intera proposta per scappare da questo dibattito".

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Giorgia Meloni

ROMA – “Noi abbiamo presentato una pdl in senso semipresidenziale alla francese, ma voglio dire che siamo disponibili a discutere di tutto, purché la maggioranza non voti l’emendamento soppressivo della intera proposta per scappare da questo dibattito. Se lo faranno, noi sapremo che Pd, M5s e compagnia non vorranno far altro che mantenere un sistema nel quale continuare a fare liberamente i loro giochi di palazzo sulla pelle dei cittadini”. Così la presidente di Fdi, Giorgia Meloni, davanti alla Camara prima dell’esame nell’Aula di Montecitorio della proposta di legge sul presidenzialismo. Sulla piazza i parlamentari di Fdi hanno esposto uno striscione con sopra scritto ‘La partitocrazia mette in ginocchio la nazione, il presidenzialismo è la soluzione’. “Tolto questo siamo disposti a parlare di tutto per dare a questa nazione una democrazia moderna e adeguata – aggiunge – e comunque andrà oggi si sappia che Fdi continuerà questa battaglia. Quindi se non dovesse passare, allora alle prossime elezioni politiche chiederemo un voto agli italiani anche per questo”. “Arriva oggi la proposta di Fdi di riforma costituzionale in senso presidenziale che, dal nostro punto di vista, è la madre di tutte le riforme per chiunque creda che la sovranità appartiene al popolo, per chiunque voglia una politica capace di decidere e di assumersi le responsabilità di tutte le decisioni, per chiunque voglia garantite in Italia governabilità, e serietà, credibilità e libertà a livello internazionale che un governo che abbia un forte mandato popolare può garantire. Vedremo chi ci sta”, conclude quindi Meloni.  “Il centrodestra voterà compatto questa proposta, e credo sia un buon segnale perché dimostra che al di là di quelle che possono essere le incomprensioni e le polemiche, poi sulle grandi questioni ci si ritrova sempre compatti”.

LaPresse

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