RIMINI – Altro caso di morbillo a scuola: colpito un alunno che non era stato vaccinato. Dalla fine di dicembre sono stati già 17 i casi dichiarati. Molti di quelli che l’hanno contratto sono studenti delle scuole superiori, e “tutti – ha spiegato ieri l’Ausl con una nota – non avevano effettuato o completato il ciclo vaccinale per varie motivazioni”. Si è reso necessario, per due pazienti, anche il ricovero in ospedale: “Il primo, ricoverato per una complicazione encefalica, è già stato dimesso. L’altro invece è tutt’ora in ospedale. Per gli altri pazienti in questo momento non ci sono complicazioni”.
Obbligo vaccinale
L’obbligo vaccinale vale, come noto, per tutti gli studenti fino a 16 anni d’età. Ma i bambini e i ragazzi che frequentano le scuole dell’obbligo, quindi dalle elementari in poi, non possono essere esclusi. In caso di mancata vaccinazione le loro famiglie al massimo rischiano una multa. “La legge sull’obbligo vaccinale, su questo aspetto, non è così chiara ed è più complicato fare i controlli – spiega Sapucci – Tutte le scuole, inclusa la nostra, stanno facendo quello che possono con gli strumenti a disposizione. E’ necessario semplificare la norma per una sua corretta applicazione”
Record in Europa
Lo rivela l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel 2018, infatti, nei 53 paesi della regione europea dell’Oms, che comprende oltre all’Europa tutti i paesi dell’Est compresa la Russia, ci sono stati oltre 82mila casi di morbillo, il numero più alto del decennio, con 72 morti. Una cifra tre volte maggiore rispetto a quella del 2017 e 15 volte quella del 2016, l’anno del record negativo. Intanto continuano i casi di morbillo nel riminese. Dalla fine di dicembre sono stati già 17. Molti di quelli che l’hanno contratto sono studenti delle scuole superiori che avevano effettuato o completato il ciclo vaccinale
L’incremento dei casi
Nei paesi che registrano i casi che portano al ricovero, continua il documento, il 61% dei pazienti ha avuto bisogno del soggiorno in ospedale. L’aumento dei casi, sottolineano gli esperti dell’Oms, è avvenuto nonostante nel 2017 si sia raggiunta la più alta copertura vaccinale mai registrata per la seconda dose, circa il 90%. “Tuttavia – spiega la nota – i progressi registrati nella regione si basano sui dati a livello nazionale, che possono mascherare dei gap presenti in singole aree che non vengono riconosciuti finché non si verifica il focolaio”.
Difficile fermare i focolai
I casi si sono verificati in 47 stati su 53, afferma Zsuzsanna Jakab, direttrice del’Oms Europa. “Dai dati appare chiaramente che il ritmo attuale di crescita delle vaccinazioni sarà insufficiente a fermare la circolazione del morbillo”.