NAPOLI – Una nuova ondata di violenza scuote il cuore del centro storico partenopeo. Nel Rione Sanità, quartiere simbolo della rinascita culturale e turistica di Napoli, il clan Pirozzi si trova sotto l’attacco di gruppi emergenti intenzionati a scalzare la storica egemonia sul territorio. Aumentano le “stese” – le sparatorie dimostrative a scopo intimidatorio – e gli agguati mirati, con un’escalation che ha attira- to l’attenzione dell’Alleanza di Secondigliano. Il cartello criminale, tra i più potenti e radicati nell’area metropolitana, si sarebbe mosso per contenere la tensione e ristabilire gli equilibri. Una scelta strategica, mirata a evitare che l’instabilità locale comprometta il più ampio sistema di affari illeciti che ruota attorno al centro storico. L’area, sempre più frequentata da turi- sti e investitori, rappresenta oggi una zona ad alto valore anche per le organizzazioni mafiose, interessate a mantenere una “normalità apparente” che favorisca il controllo del territorio senza attirare eccessiva attenzione mediatica o delle forze dell’ordine.
Secondo fonti investigative, i segnali dell’offensiva contro i Pirozzi si sono moltiplicati nell’ultimo mese: colpi di pistola esplosi in pieno giorno, avvertimenti indi- rizzati a esponenti di spicco del clan, ma anche episodi di danneggiamento di attività economiche legate – direttamente o indirettamente – alla cosca. Dietro questa strategia ci sarebbe un’alleanza fluida tra piccoli gruppi criminali locali, decisi a ritagliarsi uno spazio nei traffici di droga, estorsioni e nel racket dei parcheggi abusivi, set- tori ancora molto redditizi nonostante la crescente presenza delle forze dell’ordine.
L’Alleanza di Secondigliano, storicamente capace di mantenere una pax mafiosa in molte zone della città, sarebbe intervenuta proprio per
evitare che le fratture locali si traducano in un conflitto aperto, con conseguenze imprevedibili sul piano criminale ed economico. Il centro storico, e in particolare il Rione Sanità, è diventato negli ultimi anni uno dei luoghi simbolo del rilancio turisti- co della città. Le catacombe, le chiese barocche, i palazzi storici e le iniziative sociali hanno attratto milioni di visitatori, trasformando l’area in una vetrina internazionale. Una guerra tra clan, con le sue inevitabili ricadute in termini di sicurezza e percezione pubblica, metterebbe a rischio non solo la reputazione del quartiere, ma anche l’intero sistema di guadagni illeciti basato sull’economia sommersa, sulle infiltrazioni nel tessuto commerciale e sulla gestione “ombra” di alcune strutture ricettive e attività turistiche.
Il messaggio dell’Alleanza sarebbe chiaro: evitare il caos per non compromette- re il business. La criminalità organizzata, in questo senso, continua a mostrare un volto strategico, capace di autoregolarsi quando gli interessi comuni rischiano di essere danneggiati da iniziative troppo violente o scoordinate. Tuttavia, la tregua imposta dall’alto non basta a nascondere il malcontento e le ambizioni dei nuovi gruppi, pronti a tutto pur di scalare posizioni. Intanto, le forze dell’ordine monitorano con attenzione gli sviluppi, anche grazie all’aumento delle telecamere e alla collaborazione, seppur ancora limitata, di alcuni residenti e commercianti. La speranza è che la tensione possa essere disinnescata prima che esploda in maniera incontrollata, mettendo a repentaglio non solo l’equilibrio tra clan, ma anche la fragile rinascita di uno dei quartieri più belli e contraddittori di Napoli.