NAPOLI – Luigi Calamita, nato nel 1983, napoletano di Vico Giganti, è imputato per associazione a delinquere prevista dall’articolo 74 del DPR 309/1990. Ciò nonostante, il gup del Tribunale di Napoli Nicola Marrone, accogliendo l’istanza dell’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, gli ha concesso gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
Secondo l’accusa, Luigi Calamita, con Antonio Giglio, Loredana Frenna, Mariarca Cotugno, Renato Frenna, Roberto Rizzo, Giulia Ruocco, Giovanni Meoli, Francesca Dericoloso, Loffredo Pina, Aprea Alessandro, Battista Domenica, Leone Alessandro e Ventura Carmela, avrebbero creato una piazza di spaccio nella sanità, motivo per il quale il prossimo 19 settembre saranno processati con il rito abbreviato.
Luigi Calamita è gravato da precedenti specifici: nel 2022 fu beccato in flagranza di reato a bordo del suo scooter, mentre stava trasportando un chilo di hashish. Fu arrestato e portato in carcere a Poggioreale. Difeso dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, a Calamita veniva contestata anche l’aggravante dell’articolo 80.
A seguito di processo celebrato con il rito abbreviato, il Pubblico Ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione. Il Giudice dell’udienza preliminare Fabrizio Finamore ha escluso l’aggravante dell’ingente quantità, ha concesso le attenuanti generiche equivalenti alla recidiva contestata e ha condannato Calamita alla pena di 3 anni di reclusione, concedendo immediatamente gli arresti domiciliari. Grazie alla riforma Cartabia, la condanna è stata poi ulteriormente ridotta a 2 anni e 6 mesi non avendo impugnato la sentenza di primo grado.
Luigi Calamita fu arrestato al corso San Giovanni a Teduccio proveniente da San Giorgio a Cremano dai Carabinieri di Torre del Greco a bordo di un Piaggio Medley con 1004 grammi di Hashish ed un coltello a serramanico intriso di sostanza stupefacente. Presso la sua abitazione di Napoli Piazza Sant’Erasmo furono rinvenuti un libro mastro ed oltre 4 mila euro in contanti. Il giovane è stato sottoposto ai domiciliari proprio nella medesima abitazione.