ROMA – Dopo il flop elettorale alle Europee il M5S avvia la riforma strutturale. All’orizzonte vari obiettivi tra cui il miglioramento della partecipazione e la ricostruzione delle dinamiche lo legano al territorio. Ma anche maggiore responsabilità a chi ha mostrato poco attaccamento alla maglia sui Banchi di Montecitorio. Un monito più volte lanciato dagli attivisti in questi mesi: “Non vi dimenticate dei territori, noi siamo diversi”
La riconferma
Pur essendo riconfermato alla leadership del movimento Di Maio dovrà far quadrare i conti, cambiando qualcosa? Certo. Soprattutto sul rapporto M5S-territorio che pare non abbia funzionato. Ma lo stesso Di Maio aveva più volte rivendicato l’esigenza di una ristrutturazione, anche all’indomani del flop alle Regionali d’Abruzzo: “Dobbiamo riorganizzarci” per un riavvicinamento ai territori , oltre che “dare voce alla base e far partecipare di più gli attivisti. Ma anche: migliorare la democrazia diretta”.
Il crollo alle Europee
Di Maio dopo il crollo alle elezioni Europee ha confermato che ci saranno “cambiamenti strutturali, nuove deleghe e maggiori incontri” all’interno del Movimento.
La piattaforma Rousseau
E’ la cartina al tornasole all’interno del Movimento e su quanto gli iscritti intendono portare avanti quale prossima mossa per ridare voce alle loro idee. Vedi: rapporti con le liste civiche, voto online, nuove regole per i consiglieri e organizzazione del Movimento. Temi sui cui si andrà a discutere molto presto in assemblee regionali con lo stesso Di Maio.
Roberto Fico
Il presidente della Camera ha sottolineato come si debba lavorare sull’identità del Movimento che attualmente conta solo due eurodeputati. Un flop evidente a cui bisognerà presto mettere argine prima che il Movimento si pieghi su se stesso
La situazione di stallo
Di Maio in questo particolare momento non dovrà essere messo in discussione. Il Movimento di Bebbe Grillo sembra voler continuare in tal senso anche se gli scricchiolii si fanno sempre più insistenti. E la ristrutturazione dovrebbe partire da una nuova segreteria politica con la partecipazione diretta di Di Battista e Fico “Tutti coloro che si occupano di un settore – spiegano – devono poter aver un interlocutore con cui parlare. Il problema è dare poteri a questi organi, altrimenti se chi decide rimane sempre e solo Di Maio non cambia niente”.
La segreteria potrebbe poi coincidere o essere affiancata da un gruppo di saggi per studiare e lavorare alla linea politica. “Gli esperti che volevano darci una mano, quelli della nostra squadra di governo degli inizi dove sono finiti? Andiamo a riprenderli”.