PARIGI – Bravo lo stesso. Due set tirati, giocati da pari a pari. Poi la mancanza di esperienza e di abitudine ad affrontare certe ‘curve’ (come essere sotto di due set), oltre a un pizzico di sfortuna, hanno chiuso il cerchio. La favola di Marco Cecchinato al Roland Garros è finita. Nella semifinale sul Philippe Chatrier trionfa l’austriaco Dominic Thiem e lo fa in tre set durati complessivamente due ore e 19 minuti. Se il terzo è scivolato via piuttosto agevolmente per il numero 8 al mondo, con il risultato di 1-6, i primi due set hanno avuto una storia ben diversa.
Due set alla pari, poi cede al terzo
Eppure era cominciata in salita per il palermitano, con un break in apertura del primo set e uno svantaggio da recuperare subito. Ma palla dopo palla, game dopo game, Cecchinato è riuscito a risalire la china arrivando fino al 5 pari, perdendo poi 5-7. Il secondo set è stato agonismo, grinta e spettacolo. Si è concluso sul 6-7, ma solo dopo un tie break che si è prolungato fino al 10-12. Thiem, prima di chiuderlo, ha subito (e annullato) anche tre set point. Di esperienza e di quanto possa aver fatto scendere il piatto della bilancia dalla sua parte ha parlato il vincitore del match, Dominic Thiem. “E’ stata la chiave dell’incontro. Il secondo set è stato durissimo. L’esperienza è stata la chiave e sono stato anche un po’ fortunato”. Un abbraccio tra i due ha significato il commiato per Cecchinato. Da Parigi, dal Roland Garros.
E ora si attende ‘l’effetto Cecchinato’
Ma non certo dai cuori e dalle speranze dei milioni di tifosi italiani che hanno iniziato a vedere negli occhi del siciliano quell’ambizione da grandi traguardi. Quel ragazzo di Palermo che è stato capace di riportare l’Italia, dopo 40 anni, in semifinale al Roland Garros, ha dato una scossa agli animi sopiti degli appassionati di tennis. E non parliamo di quelli che frequenta febbrilmente i circoli ogni settimana. Parliamo degli insospettabili, di quelli che si sono sentiti risvegliare dentro il sacro fuoco della terra rossa. Tutti amici di Cecchinato, ma anche del tennis. Di uno sport di cui l’Italia ha dimostrato di avere bisogno. Se negli anni delle ‘magliette rosse’ e della Davis targata Adriano Panatta, a tennis, giocavano praticamente tutti, oggi il l’effetto ‘Ceck’ potrebbe generare un’ondata simile. E questo farebbe bene al tennis azzurro, perché più persone lo praticano, più cresce statisticamente la possibilità di trovare un nuovo talento, un nuovo campione. Di vedere nuovamente quello sguardo fiammeggiante negli occhi di un ragazzo che non mette limite ai suoi sogni. Bravo Marco e grazie.