ROMA – Una telefonata disperata al 112 per chiedere aiuto: una ragazza tedesca di 25 anni si è sentita male e serve immediatamente un’ambulanza. E’ il 20 gennaio quando Michael Douglas, irlandese in vacanza su un camper con la sua fidanzata Janna Gommelt, chiama i soccorsi dopo che la giovane ha accusato un malore mentre era a Focene, sul lungomare romano. Ma la giovane muore poiché “gli operatori hanno perso tempo perché non parlavano inglese”, denuncia il 34enne a un quotidiano. “Se i soccorsi fossero arrivati in tempo – accusa – Janna sarebbe ancora viva”.
L’assessorato alla Sanità della Regione Lazio respinge le accuse. E pubblica la conversazione telefonica di Douglas, in cui l’operatore parla fluentemente inglese e procede all’invio dei soccorsi. Sono circa due minuti di audio “integrali senza tagli”, sebbene il giovane assicuri che la telefonata sia durata oltre dieci minuti.
Sulla vicenda anche Ares 118 è categorica: “Non corrisponde assolutamente al vero che ci sia stato un problema di barriera linguistica con l’utente: la chiamata – assicurano – è stata passata in centrale operativa 118 da parte del Nue 112 alle ore 15.41 con l’attivazione contestuale del servizio di interpretariato. Il personale di centrale ha dunque risposto alla chiamata dell’utente con l’interprete già in linea”.
Respinte al mittente anche le accuse di ritardo nei soccorsi: dopo un triage telefonico “particolarmente approfondito” dai tabulati “risulta che dalla fine della chiamata all’arrivo sul posto di ambulanza e automedica sono trascorsi 18 minuti”. I mezzi “sono stati correttamente inviati dove l’utente aveva riferito di trovarsi ma, all’arrivo sul posto, le equipe sanitarie non hanno trovato nessuno, dal momento che l’uomo aveva deciso autonomamente di spostarsi”.
di Giusi Brega