Roma, 4 set. (LaPresse) – “Introdurre un pedaggio ai romani che vanno a lavorare o rientrano a casa significa voler fare cassa sulle spalle di cittadini che già pagano le tasse più alte d’Italia. Ma sopratutto vuol dire non avere contezza dei problemi di questa città. Questi non si risolvono certamente costringendo la gente a non uscire di casa perchè il trasporto pubblico di Roma è da terzo mondo”. A sostenerlo è l’architetto Raimondo Grassi, presidente del movimento civico Roma Sceglie Roma. Questi a luglio ha lanciato la campagna #NoEcopassRoma “in difesa dei romani, residenti, lavoratori e commercianti. Gli interessati ai quali la Raggi vuole mettere le mani in tasca per prendere qualche spiccio comunque insufficiente a ripianare i debiti del Campidoglio”.
spiega Grassi
“Siamo pronti a scendere in piazza insieme ai cittadini romani per dire no all’ennesimo balzello ad una presa in giro inaccettabile”. “Con la scusa dell’inquinamento si vuole fare cassa e si promettono investimenti sul trasporto pubblico. Tuttavia i grillini dovrebbero spiegare ai romani che l’Atac è già di fatto soggetta a procedura di concordato. Inoltre tutto ciò che incassa deve destinarlo alle centinaia di creditori”. Per questo la proposta di delibera sulla cosiddetta Congestion Charge è ‘un’ecobufala’ che si fonda su alcuni principi contestati dal dossier realizzato da Roma Sceglie Roma”. “Intanto l’area coinvolta nella Capitale riguarda 32 km quadrati e soprattutto un milione di cittadini interessati, tra residenti e lavoratori. A Milano l’area C, per intenderci, è di appena 8 km quadrati con 79mila residenti, mentre a Londra la zona a pagamento è di 19 km e interessa 136mila residenti. Per risollevare Roma non serve mettere le mani in tasca ai cittadini o chiedere elemosine al governo ma urge una legge che riconosca alla Capitale uno status speciale , con risorse dirette e burocrazia al minimo”.