Roma, 17 apr. (LaPresse) – Sette arresti tra Roma e Albania per un traffico di cocaina che riforniva, con l’appoggio della ‘ndrangheta diversi quartieri di Roma.
È scattato stamani, il blitz dei militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Roma che, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, stanno eseguendo con il supporto dei colleghi albanesi le misure cautelari.
Le indagini nascono dall’operazione denominata ‘La Romana’ che, il 10 ottobre scorso, aveva portato all’arresto, in Calabria, Lazio, Piemonte, Lombardia, Veneto e Sardegna, di 18 appartenenti a un’associazione a delinquere, responsabile anche di aver favorito la ‘ndrangheta, in particolare la cosca legata alla famiglia Alvaro di Sinopoli (Reggio Calabria).
In tale contesto, il Gruppo investigazione criminalità organizzata ha setacciato i contatti di Francesco Forgione, ritenuto vicino alla ‘ndrina calabrese, e finito in manette lo scorso ottobre, riuscendo ad individuare una banda albanese, con base a Roma e collegamenti in Albania, Olanda e Belgio. Secondo chi indaga, il gruppo avrebbe importato ingenti partite di cocaina dai Paesi Bassi, per il successivo smistamento sulle piazze di spaccio romane.
Referenti dell’organizzazione transnazionale erano i cittadini albanesi di 38 e 31 anni, che, con l’ausilio di connazionali stanziati in Belgio, gestivano traffici di droga tra il Sudamerica, il Nord Europa e la Capitale, sfruttando una ‘uscita sicura’ dagli spazi doganali del porto di Anversa.
la droga importata era destinata a due pregiudicati italiani che provvedevano, poi, a rifornire i pusher di stanza nella Capitale.
L’associazione contava su una serie di collaboratori che garantivano il trasporto dello stupefacente in Italia e, successivamente, il trasferimento all’estero del denaro frutto del traffico.
Nel corso delle indagini, sono state documentate sei importazioni di cocaina per oltre 130 chili, di cui 9 chili sequestrati, e proventi illeciti per circa 1.600.000 euro, di cui oltre 430.000 euro oggetto di sequestro.
Parte della droga era destinata a Davide Perronace (classe 74), figlio di Nicola (classe 43 – deceduto), noto alle cronache per i precedenti di polizia per associazione a delinquere di stampo mafioso e perché tratto in arresto con i vertici della cosca di ‘ndrangheta Gallace, da tempo gravitante sul litorale laziale.
L’operazione – eseguita nelle province di Roma e Viterbo – è tuttora in corso anche in Albania, in piena sinergia con le locali Autorità di polizia, attivate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, con l’ausilio del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza.