BUCAREST – Al via oggi in Romania le votazioni per il referendum contro le nozze gay. Le urne saranno aperte fino a domani, giorno in cui si saprà se il paese procederà o meno alla modifica della Costituzione. Attualmente, la legge romena definisce il matrimonio come “unione tra coniugi”. Se dovesse vincere il sì, la definizione cambierà in “unione tra un uomo e una donna”, per impedire così ogni ipotesi di riconoscimento delle nozze tra persone dello stesso sesso.
Romania, è stati il popolo a chiedere il referendum
“Siete d’accordo con la legge di revisione della Costituzione della Romania nella forma adottata dal Parlamento?“. Questa la domanda a cui gli elettori dovranno rispondere. Un sì o un no che cambieranno la storia del paese. Un cambiamento che hanno chiesto in tanti. Il referendum di oggi in Romania arriva infatti dopo una vera e propria richiesta popolare. Nelle scorse settimane, tre milioni di cittadini hanno infatti firmato una petizione per chiedere l’emendamento costituzionale contro il matrimonio omosessuale. Dopo il via libera della Corte costituzionale, oggi i cittadini romeni sono chiamati alle urne per decidere sul delicato tema. Per la validità del referendum è richiesta una affluenza alle urne di almeno il 30%.
La spinta della chiesa ortodossa romena
La chiesa ortodossa romena è stata molto attiva nella campagna per il sì alla modifica costituzionale. Con l’appoggio, seppur indiretto, del governo della premier socialdemocratica Viorila Dancila, gli ortodossi hanno portato avanti una vera battaglia. La loro propaganda contro le nozze gay si è spinta fin dentro le scuole, provando a inculcare agli studenti il concetto di matrimonio esclusivamente tra uomo e donna.
Quello della Romania rappresenta sicuramente un passo indietro in tema di diritti della persona. Il resto dell’Europa muove infatti nella direzione opposta, favorendo al contrario l’unione civile tra coppie dello stesso sesso. La premier Dancila è stata duramente criticata dai socialisti europei. La leader della Romania si è difesa affermando che il suo partito guarderà il referendum da semplice spettatore. Una spiegazione che a molti è sembrata affrettata, dal momento che diversi rappresentanti del suo partito hanno parlato a sostegno del voto favorevole.