CASTEL VOLTURNO – Un po’ come si vede troppo spesso nelle tante serie televisive sui narcotrafficanti del continente americano. Un po’ come Robert De Niro in Taxi Driver. Un giovanissimo, a torso nudo, impugna una pistola, puntandola verso un ipotetico obiettivo da eliminare, nell’androne del Royal Residence. Una scena che mette i brividi. La foto, immortalata dalle telecamere piazzate dagli investigatori,
risale alle 22:22 del 4 ottobre del 2023. All’epoca il giovane ritratto in foto, Emanuele Sammarco, aveva 17 anni. Insieme a lui, a divertirsi con l’arma, un altro minorenne. E di armi, secondo l’impianto accusatorio, il gruppo smantellato ieri mattina, ne aveva. Basti pensare che la fotografia è di poco successiva alla gambizzazione ai danni di un cittadino polacco, avvenuta il 14 settembre di quello stesso anno, e appena
antecedente a un altro episodio inquietante, datato 12 ottobre. Quella sera un giovanissimo fu pestato da due degli indagati nella piazza ubicata all’esterno del complesso residenziale. Un vero e proprio pestaggio all’americana: la vittima fu tenuta ferma da uno degli aggressori, mentre l’altro colpiva forte con i pugni.
Le indagini hanno permesso di appurare che la spedizione punitiva è maturata nell’ambito delle attività di spaccio del gruppo criminale. In sostanza, uno degli indagati stava organizzando i turni, quando qualcosa andrò storto. La collaborazione del giovane pestato nell’attività di spaccio non dev’essere andata a buon fine tant’è che lo stesso veniva fatto oggetto, proprio ad opera dei ragazzi del residence, di una violenta azione intimidatrice. Si accennava all’episodio del 14 settembre. Quella notte Salvatore Marino, braccio destro di Giovanni Gabriele, ferì a colpi di pistola un uomo di origini polacche. Lo gambizzò, azione che – ragiona il gip – sebbene non trovi una espressa correlazione con il traffico di sostanza stupefacenti non può non essere maturata in questo contesto in considerazione della connessione soggettiva e del luogo teatro dei fatti. Dal canto suo, l’uomo ferito al polpaccio raccontò agli investigatori di essere stato punito per essere intervenuto nel tentativo di sedare una lite tra sconosciuti. Da allora il movente non è stato ancora accertato. Di certo, la versione fornita dalla vittima appare inverosimile. Salvatore Marino fu arrestato nel Basso Lazio il 14 aprile del 2024.
Rinvenuto in possesso di una pistola, originariamente a salve, marca “Bruni” calibro 8 mm, priva di matricola, modificata con sostituzione della canna e con serbatoio munito di 3 proiettili calibro 6,35 Browning, con il colpo in canna, il pm di Cassino dispose una consulenza balistica finalizzata a verificare la funzionalità dell’arma, che aveva esito positivo. Quindi si chiedeva di verificare la compatibilità con i
bossoli rinvenuti nel precedente mese di settembre in occasione del ferimento dell’uomo polacco: accertamento tecnico anch’esso risultato positivo.




















