Rsi, stop alla tv svizzera oltre confine: gli italiani devono dire addio allo ‘sport no spot’

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Foto LaPresse - Spada

ROMA – Addio a film e sport gratuiti e senza quasi l’ombra della pubblicità. Una prima serate di due ore e mezza, dalle 21 alle 22.30, che intratteneva milioni di italiani. I programmi della televisione svizzera non saranno più visibili oltre confine in applicazione di una più stringente legge elvetica. Per tanti un piccolo dramma: sono tanti infatti, soprattutto al Nord del Paese, a usufruire gratuitamente di programmi e film ben fatti, spesso rari, e con percentuali pubblicitarie molto scarne.

Fine delle trasmissioni: la tv svizzera ‘invadeva’ i contenuti italiani coperti da diritti

Soltanto il 2% dei cittadini svizzeri riceve il segnale attraverso il digitale terrestre. Questa la motivazione di fondo della decisione presa dal Consiglio federale. Un numero di telespettatori troppo basso per giustificare un investimento annuo di oltre 10 milioni di franchi. L’annuncio risale alla scorsa estate, diramato dalla stessa Rsi, l’equivalente elvetica della Rai. Tempo quindi di nuove concessioni: “Bisogna abbandonare la rete televisiva terrestre ‘Digital Video Broadcasting – terrestrial’ al più tardi entro fino 2019”. E’ la prima volta che la tv svizzera non sarà più disponibile oltre confine. Alcuni contenuti, ma in numero assai ridotto rispetto ai canali La1, La2 (entrambi in italiano), Srf1 (in lingua francese), saranno a disposizione sul portale tvsvizzera.it ed altri siti minori appositamente dedicati.

Addio all’amato ‘sport no spot’

Saranno i programmi coperti da diritti ad essere completamente cassati. Ed è questa una delle decisioni che ha sollevato più polemiche. Da un po’ i contenuti coperti da diritti non venivano più trasmessi, ma a causa del cosiddetto overspilling, risultava complesso se non impossibile. bloccare i contenuti al confine. Così gli italiani hanno potuto usufruire dei canali Rsi. Un esempio su tutti: il derby di Milano, del 2008, con José Mourinho a guidare i nerazzurri, terminò repentinamente a seguito di reclami delle aziende tv italiane che ritenevano invaso il loro spazio di mercato offerto a pagamento. Ma questo vale, e continuava a valere fino a poco fa, per centinaia di match di Serie A, Champions League, Europa League e così via. Ma anche il tennis, la Formula 1, programmi di intrattenimento, strisce giornaliere di cartoni animati e chi più ne ha, più ne metta. Oltre alla gratuità del servizio, molto apprezzato era il cosiddetto sistema dello ‘sport non spot’: le pubblicità, sulla tv svizzera, erano ridotte all’osso.

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