E’ alle battute finali il processo a carico del patron della Arnoldo Mondadori Editore Silvio Berlusconi per l’accusa di corruzione in atti giudiziari, conosciuto anche come processo “Ruby Ter”. Nell’udienza di ieri mattina ci sono state le prime arringhe dei difensori degli imputati, mentre quella per il Cavaliere è prevista per ottobre. L’editore e leader di Forza Italia è accusato di aver pagato le “Olgettine”, le procaci e giovanissime ragazze che partecipavano alle sue “cene eleganti”, perché rendessero dichiarazioni a lui favorevoli nei due precedenti procedimenti “Ruby” e “Ruby bis”.
Il “sistema prostitutivo consolidato” e le “schiave sessuali a pagamento”
La situazione delineata dai pubblici ministeri che reggono l’accusa, Luca Gaglio e Tiziana Siciliano, nel corso della requisitoria, è quella di un “sistema prostitutivo consolidato”, nel quale quelle che sono state definite come “schiave sessuali a pagamento” e come “odalische” condividevano il letto con l’allora presidente del Consiglio dei Ministri, in cambio di denaro (una “paghetta” di 2500 euro al mese) e regali costosissimi, tra i quali gioielli, automobili di lusso e persino appartamenti. Qualcosa di “medievale, boccaccesco”, che si verificava sistematicamente tra Villa Certosa, Villa San Martino e Palazzo Grazioli.
I regali alle Olgettine: auto, gioielli e case
E sarebbe proprio questo, secondo i pm, il meccanismo che avrebbe consentito a Berlusconi di “comprare” il silenzio delle sue “amiche”. Non solo nel corso dei processi, ma anche con gli organi di informazione. Una vita nel lusso più sfrenato, lontana dalle preoccupazioni e dai problemi della vita dei “comuni mortali” costretti a lavorare per pagare le bollette e per mandare i propri figli a scuola, accordata da “Papy” alle sue varie “concubine” per poter uscire immacolato anche da questo procedimento penale.
La richiesta: 6 anni di carcere per corruzione in atti giudiziari
Per la corruzione delle testimoni, i magistrati hanno chiesto per Berlusconi una condanna a 6 anni di reclusione e sollecitato la confisca di 10 milioni e 800mila euro, pari alla somma complessiva che sarebbe stata pagata alle ragazze. L’avvocata dello Stato Gabriella Vanadia, che rappresenta la presidenza del Consiglio parte civile nel processo, ha chiesto una “provvisionale di risarcimento da 10 milioni di euro per la corruzione in atti giudiziari e di 500mila euro per le false testimonianze”.
Ruby rischia 5 anni
Per Karima El Mahroug, nota come ‘Ruby Rubacuori’, i pm hanno chiesto 5 anni per falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari. Chiesti 6 anni e 6 mesi anche per Luca Risso, ex fidanzato di Karima. Per la senatrice di “Cambiamo” Maria Rosaria Rossi, di Piedimonte Matese, in provincia di Caserta, soprannominata dai media “la badante di Berlusconi” e che è accusata di falsa testimonianza, sono stati chiesti un anno e 4 mesi di reclusione.
La posizione di Maria Rosaria Rossi
La Rossi è stata indicata dagli inquirenti quale partecipante a una cena ad Arcore che si è tenuta nell’agosto del 2010. In quella circostanza si sarebbe verificato il famoso episodio della statuetta di Priapo, passata di mano in mano tra le invitate. La senatrice ha affermato, come testimone, di non aver assistito alla scena, né di essere stata spettatrice dei “Bunga Bunga” del Cavaliere.
Lo sfogo in aula
A margine dell’udienza di ieri ha difeso la sua posizione ma, piuttosto che attaccare i magistrati, nel parlare dei suoi “10 anni da imputata”, se l’è presa con i giornalisti. Ha fatto riferimento a una “situazione dolorosa” per la quale “mi sento di chiedere scusa ai miei cari, soprattutto a mio figlio, costretto a vivere gli anni dell’adolescenza nel fango mediatico e nel pregiudizio di un sistema che ha coinvolto sua madre”. I suoi legali hanno chiesto la sua assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Anche il giornalista Carlo Rossella si è dichiarato innocente e ha chiesto di essere assolto.
Le altre richieste di pena
I pm hanno chiesto 4 anni per Francesca Cipriani, più confisca di 90mila euro, 2 per il giornalista Carlo Rossella. Tre anni e mezzo più 88 mila euro per Ioana Amarghiolalei. Tre anni e mezzo e 95 mila euro per Lisney Barizonte. Quattro anni e 147,7 mila euro per Iris Berardi. Quattro anni e 147,5 mila euro per Concetta De Vivo. Quattro anni e 130,5 mila euro per Eleonora De Vivo. Quattro anni e 105 mila euro per Aris Espinosa. Quattro anni e 183 mila euro per Barbara Faggioli. Quattro anni e 114 mila euro per Manuela Ferrera. Quattro anni e 97 mila euro per Marianna Ferrera. Cinque anni e 269,8 mila euro Marysthell Polanco. Cinque anni e 237,5 mila euro per Barbara Guerra, 134 mila euro per Miriam Loddo. Tre anni e 4 mesi e 30 mila euro per Giovanna Rigato. Quattro anni e 109 mila euro per Raissa Skorkina. Cinque anni e 367,5 mila euro per Alessandra Sorcinelli. Tre anni e 4 mesi e 155,8 mila euro per Elisa Toti. Quattro anni e 90 mila euro per Silvia Trevaini e 3 anni e mezzo e 85 mila euro Iona Visan. Contestata la sola falsa testimonianza a Simonetta Losi (la richiesta per lei è di 1 anno e 8 mesi) e Giorgio Puricelli (1 anno e 8 mesi). Per Luca Giuliante, ex avvocato di Ruby, sono stati chiesti 4 anni per corruzione in atti giudiziari.
Il pm ai legali di Berlusconi: “Non siete al ristorante”
Botta e risposta sulla data in cui al processo Ruby ter prenderanno la parola i difensori di Silvio Berlusconi, tra l’avvocato Federico Cecconi, legale del Cavaliere, e il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che con il pm Luca Gaglio rappresenta l’accusa. L’avvocato Cecconi, che inizialmente aveva chiesto di intervenire ieri, ha invece specificato di volerlo fare dopo l’estate.
Le date individuate per l’arringa sua e del professor Franco Coppi, che lo affiancherà, sono state il 28 settembre o in alternativa il 19 ottobre, proprio in base alle sue “disponibilità”. Una dichiarazione che non è piaciuta al procuratore aggiunto Siciliano, la quale ha ricordato che il processo, in piedi ormai da 10 anni, “non è da considerare come un ristorante, dove si viene a seconda della disponibilità. Si dice che forse l’avvocato Coppi è disponibile il 28 settembre o forse no. È uno dei più prestigiosi avvocati che ci siano in circolazione ma si adatterà alle disponibilità del Tribunale. Perché dobbiamo perdere tempo, quando abbiamo delle prescrizioni che ormai ci stanno attanagliando?”.
I giudici hanno fissato il calendario delle prossime udienze, che si terranno il 13 e il 20 luglio, il 20 e il 28 settembre e il 5 ottobre, data in cui dovrebbero prendere la parola i difensori di Ruby e di Risso. Il 19 ottobre, infine, dovrebbe essere prevista l’arringa dell’avvocato Cecconi.
La Mondadori e la “grana” Saviano: la condanna per plagio
Non è un bel momento per la più nota casa editrice italiana, la Arnoldo Mondadori Editore. Per il prossimo autunno, infatti, non solo sono previste le ultime udienze del processo per corruzione in atti giudiziari nei confronti del suo patron Silvio Berlusconi, papà della presidentessa Marina. Il prossimo 27 settembre, infatti, a partire dalle 11, si terrà la prima udienza del procedimento per plagio degli articoli di Cronache di Napoli e del Corriere di Caserta nel romanzo “Gomorra” di Roberto Saviano (nel fotomontaggio insieme al Cavaliere in versione “Creatore”).
Gli utili “conseguiti in violazione del diritto”
Lo scrittore, come è noto, è il più famoso tra quelli della “scuderia” berlusconiana e ha permesso all’azienda del Cavaliere di vendere milioni e milioni di copie del proprio best-seller in tutto il mondo. Non solo. Dal romanzo sono stati tratti film, opere teatrali e una serie tv che è stata distribuita in oltre 170 Paesi già alla seconda stagione (su 6). Una vera e propria macchina da soldi, che porta però su di sé lo stigma di una condanna irrevocabile (quella della Cassazione del 2015) per l’illecita riproduzione di diversi articoli di Cronache.
L’udienza del 27 settembre 2022
Il procedimento ancora pendente davanti alla Corte di Appello di Napoli è finalizzato appunto alla determinazione dell’importo che la Mondadori e il suo più noto scrittore dovranno risarcire alla Libra Editrice, che edita i quotidiani locali. I giudici partenopei, su questo i colleghi romani sono stati chiarissimi, dovranno tenere conto degli ingenti utili realizzati in violazione del diritto. ovvero grazie agli articoli copiati.
La “Guerra di Segrate” e il “Lodo Mondadori”
Ancora una volta Silvio Berlusconi deve difendersi dall’accusa di aver posto in essere comportamenti finalizzati al “dirottamento” della macchina della giustizia. Ancora una volta lo accusano di averlo fatto mettendo mano al portafogli. Uno dei casi più eclatanti è quello del famigerato “Lodo Mondadori”, il procedimento attraverso il quale l’ex premier, tra gli anni ’80 e i ’90, si accaparrò la casa editrice.
La condanna a restituire 500 milioni a De Benedetti
Un tempo l’azienda apparteneva alla famiglia di Mario Formenton, morto nel 1987. La Fininvest di Berlusconi la “scippò”, di fatto, alla Cir di Carlo De Benedetti, grazie alla corruzione di un giudice della Corte di Appello di Milano, Vittorio Metta. Per questi fatti furono condannati il corrotto, ovvero Metta, e il corruttore, l’avvocato della Fininvest e parlamentare di Forza Italia Cesare Previti. In forza di questo procedimento, l’azienda di famiglia del Biscione fu condannata a pagare all’ammiraglia del gruppo De Benedetti circa 500 milioni di euro.
Nonostante sia stata acclarata la natura illecita dell’appropriazione della casa editrice, però, la stessa è rimasta saldamente nelle mani della famiglia Berlusconi. E oggi pubblica romanzi di scrittori che si presentano come dei veri e propri simboli della legalità, come Saviano.
Il lato oscuro del Cavaliere: la P2, Mangano e Dell’Utri
Ma le ombre sulla figura del Cavaliere non finiscono qui. Come è noto, faceva parte integrante della loggia massonica P2, nella quale figuravano anche esponenti della Magistratura e vertici delle forze dell’ordine. Come molti sanno, nella sua villa ad Arcore lavorava come stalliere un boss della Mafia, Vittorio Mangano. Nel 2014 uno dei suoi più stretti amici e collaboratore della Fininvest, Marcello Dell’Utri, cofondatore di Forza Italia, è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.