MILANO – Attorno alle serate dell’ex premier Silvio Berlusconi ruotava un “consolidato sistema prostitutivo”, questo ormai è “storia”. Quando era presidente del Consiglio, Berlusconi “usava sistematicamente” ospitare nelle sue case “gruppi di odalische, schiave sessuali a pagamento” che venivano “offerte” da Lele Mora, dall’ex direttore del Tg4 Emilio Fede “al sultano” Berlusconi per “completare il suo harem”. Tra Arcore, Palazzo Grazioli, Villa Certosa andava in scena “qualcosa di medievale, di boccaccesco, di incredibile, moralmente discutibile” e nei confronti delle donne veniva usata una “violenza orribile” da parte del padrone di casa. È così che il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha descritto le “cene eleganti” organizzate dall’ex premier, a cui hanno partecipato i 28 coimputati nel processo Ruby ter, tra cui una ventina di ‘olgettine’, accusati a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza.Proprio per nascondere ai magistrati quello che accadeva realmente durante quelle serate, le ragazze sarebbero state ‘stipendiate’ con generosi versamenti mensili da parte del leader di Forza Italia e altri benefit. Nel corso delle indagini, ha sottolineato l’accusa, sono state “cercate e trovate prove evidenti della corruzione”. “Abbiamo trovato dati, fotografie, screenshot, messaggi, materiale probatorio incontaminato, che nessuno aveva analizzato prima, materiale a nostra disposizione per la prima volta – ha detto Siciliano – . Abbiamo fruito di documentazione bancaria, per costruire una solida base documentale che riempisse di significato ciò che prima erano solo sospetti”.Quando però le ragazze sono state ascoltate nel corso dei processi Ruby e Ruby bis non c’erano ancora le avvisaglie di una situazione corruttiva così articolata. Proprio per questo l’accusa ha chiesto alla corte, presieduta da Marco Tremolada, di revocare l’ordinanza con cui nel novembre scorso aveva disposto l’inutilizzabilità dei verbali delle ‘olgettine’. Per i giudici avrebbero dovuto essere sentite come indagate e non come semplici testimoni. Una decisione che di fatto rischia di cancellare l’accusa di falsa testimonianza. In ogni caso, arrivare ad una sentenza di primo grado ad 8 anni di distanza dall’inizio del processo, per i pm Siciliano e Luca Gaglio è “un fallimento del sistema”. Se all’epoca Berlusconi era “una delle persone più ricche del mondo”, amico dei potenti come “Putin, colui che ora sta mettendo in ginocchio” l’equilibrio globale, adesso è “un grande anziano” ed è “malato”. Nei suoi confronti si prova “tenerezza per una persona anziana che sembra inseguire la giovinezza, ma forse ha solo paura della morte”.Anche le ‘olgettine’ negli anni sono cambiate: la “bellezza” che ha causato loro tanti guai “ormai è sfiorita, in alcuni casi non lasciando alcuna traccia”. Alcune di loro “sono diventate madri di famiglia, mogli o compagne” mentre all’epoca dei fatti “erano tutte molto giovani”.Ruby, in particolare, era “una ragazzina ingestibile”, così come la modella brasiliana Iris Berardi, anche lei frequentatrice delle serate di Arcore “quando era ancora minorenne”. “Berlusconi non si fidava di loro”. Mentre l’ex premier avrebbe pagato le ragazze più grandi “e sgamate” per commettere falsa testimonianza, con le due più giovani avrebbe usato “la tecnica dell’allontanamento”, cercando di non farle parlare con i magistrati o evitando che deponessero nei processi.Affondi da parte della procura che l’avvocato Federico Cecconi, legale di Silvio Berlusconi, non ha gradito, definendoli di “cattivo gusto”. “Ci siamo un po’ abituati a questa non particolarmente ricca e unidirezionale forma di attribuzione di epiteti al dottor Berlusconi – ha sottolineato – Io non condivido questa scelta ma non posso impedire che altri impieghino termini che non avrei impiegato”. “Magari – ha aggiunto il legale – si cerca di catturare l’attenzione anche in termini mediatici”. Quanto alla ricostruzione dei fatti tracciata dai pm, per l’avvocato Cecconi “non è condivisibile e riteniamo di avere elementi forti per contrastarla”.”Quando toccherà a noi – ha concluso – evidenzieremo che ogni dazione di denaro ha una causale lecita”. Si tornerà in aula il 25 maggio, i pm concluderanno la loro requisitoria e formuleranno la richiesta di condanna. Per la sentenza si dovrà attendere almeno settembre.
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