SIENA – C’è attesa a Siena per l’udienza di domani, che si terrà a porte chiuse, del processo stralcio del Ruby ter, nell’ambito del quale Silvio Berlusconi, 84 anni, è accusato di corruzione in atti giudiziari. E con lui è imputato anche Danilo Mariani, il pianista delle feste di Arcore, chiamato a rispondere del reato di falsa testimonianza. Potrebbe essere, infatti, l’atto conclusivo di questo primo grado di giudizio con il verdetto dei giudici, atteso ormai da quasi un anno.
Ma il condizionale è d’obbligo dal momento che, complice anche la pandemia di coronavirus, sono slittate tutte le udienze che erano state via via fissate. E attualmente l’ex premier è ancora ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano. Dove era arrivato il 6 aprile scorso per accertamenti, su disposizione del medico curante. A causa di questo ricovero, la mattina di giovedì 8 aprile i legali di Berlusconi, gli avvocati Federico Cecconi e Enrico De Martino, avevano depositato la richiesta di rinvio per legittimo impedimento del leader azzurro. Richiesta accolta e quinto slittamento della sentenza dello stralcio senese del processo.
Il primo rinvio della sentenza
Il primo rinvio della sentenza era avvenuto il 21 maggio 2020 per l’impedimento dei legali a raggiungere Siena a causa delle restrizioni imposte dal Covid agli spostamenti tra regioni. Il secondo, l’1 ottobre a causa della positività al coronavirus di Berlusconi, con postumi che ancora farebbero sentire i loro effetti. Il terzo, il 25 novembre alla luce della richiesta del leader di Forza Italia di deporre in aula. Il quarto il 14 gennaio scorso per il ricovero dell’ex premier in una clinica in Provenza, dopo che si era sentito male a casa della figlia, nel Principato di Monaco. Anche il 22 marzo scorso Berlusconi era stato ricoverato al San Raffaele per un breve periodo a causa di un affaticamento. E il 6 aprile scorso l’affaticamento si è ripresentato e così il collegio giudicante ha fissato una nuova udienza per domani, 15 aprile.
Il rinvio a giudizio
Berlusconi era stato rinviato a giudizio a Siena il 30 novembre 2017 dopo la decisione del gup di Milano, il 29 aprile 2016, di ‘spacchettare’ il cosiddetto procedimento Ruby ter per competenza territoriale in sette tribunali. Il pm senese Valentina Magnini ha già fatto le richieste il 13 febbraio dell’anno scorso: 4 anni e 2 mesi per Berlusconi, 4 anni e mezzo per il pianista. Al centro dell’inchiesta i bonifici, alcuni con causale e altri senza, effettuati da Berlusconi a Mariani tra il 2011 e il 2013. Per un ammontare complessivo di 170mila euro. Denaro che, secondo l’accusa, sarebbe servito a indurre Mariani a falsa testimonianza sul caso Olgettine, per la difesa a pagare le prestazioni musicali del pianista.
La linea della difesa
Le difese hanno chiesto l’assoluzione con formula piena. Spiegando che i rapporti di lavoro e di amicizia tra i due imputati risalgono a molti anni fa e i pagamenti, regolarmente dichiarati, sono iniziati ben prima del caso Ruby. Con i suoi legali, il Cavaliere ha insistito a lungo sul desiderio di parlare ai giudici prima della sentenza per convincerli della sua innocenza. Domani l’ex premier, se le condizioni fisiche lo consentiranno e i medici che lo hanno in cura daranno l’ok, potrebbe anche pensare di andare in tribunale a Siena per raccontare la sua verità. Altrimenti i suoi legali potrebbero avanzare una nuova richiesta di legittimo impedimento.
(LaPresse)