di Antonio Martelli
Milano, 28 apr. (LaPresse) – La Juve è ancora viva. Come e anche più di un’Araba Fenice, la squadra di Allegri risorge due volte dalla sue ceneri: prima dal contraccolpo psicologico della sconfitta interna contro il Napoli e la settimana di passione che ne è seguita, poi da un Derby d’Italia che a 4 minuti dalla fine sembrava aver perso e che invece è riuscita a vincere grazie all’orgoglio e alla classe dei suoi campioni.
Una partita incredibile, vinta dai bianconeri per 3-2 dopo essere andati in vantaggio con Douglas Costa per 1-0 con un uomo in più ed essersi fatti rimontare da una grande Inter. Sì, perché la squadra di Spalletti esce a testa alta da questa partita, giocata in dieci per l’espulsione di Vecino con il VAR per oltre 75′ e capace di passare con il solito Icardi (26esimo centro stagionale, l’ottavo contro i bianconeri) e un autogol di Barzagli. Ma prima Cuadrado e poi Higuain nel giro di due minuti trovano le due zampate che tengono vive le speranze dei bianconeri di portare a casa uno storico settimo scudetto consecutivo. Ora la palla passa al Napoli, chiamato domani a vincere in casa della Fiorentina per tornare a -1 e a rimettere pressione a Buffon e compagni. Nella corsa Champions, invece, l’Inter scivola a -4 dalla Roma e domani potrebbe ritrovati con lo stesso svantaggio anche dalla Lazio. Per i nerazzurri la strada che porta all’Europa che conta si fa davvero in salita.
Massimiliano Allegri lascia in panchina Paulo Dybala. Il tecnico bianconero schiera un 4-3-3 con la novità Cuadrado in posizione di terzino destro. In difesa Barzagli affianca Rugani, con Benatia a sorpresa in panchina. A sinistra torna Alex Sandro. In attacco parte dall’inizio Mandzukic al fianco di Higuain e Douglas Costa. Nelle file dell’Inter, invece, Spalletti ritrova sulla trequarti Cadreva al fianco di Perisic e Rafinha, alle spalle di Icardi. A centrocampo la novità è Vecino al fianco di Brozovic, con Borja Valero in panchina. Feroce l’ironia dei tifosi dell’Inter nei confronti dei rivali juventini, prima della gara esposti una serie di maxi striscioni con riferimento alle sette finali di Champions League perse e sulla ‘annosa’ questione dei 35 scudetti rivendicati dai bianconeri.
Clima rovente, San Siro è una autentica bolgia ma è la Juve che prova subito a fare la partita. Rispetto alla gara contro il Napoli, il baricentro dei bianconeri è decisamente più avanzato. Il primo brivido al 12′, con un cross dalla destra di Cuadrado che Mandzukic prova a deviare per l’accorrente Matuidi in mezzo ma la difesa dell’Inter si salva in calcio d’angolo. Un minuto dopo la Juve passa: ancora Cuadrado dalla destra mette in mezzo un pallone insidioso, dopo una deviazione la sfera arriva a Douglas Costa che con uno splendido sinistro al volo in diagonale fulmina Handanovic.
Dopo una verifica ‘silente’ con il VAR, Orsato convalida. Due minuti dopo ancora VAR protagonista, con Orsato che dopo un consulto a distanza decide di espellere Vecino per un brutto fallo su Madzukic inizialmente sanzionato solo con il giallo. Inutili le proteste nerazzurre, Spalletti è costretto a correre ai ripari abbassando Raffina sulla linea dei centrocampisti. Spinta dal suo pubblico, l’Inter prova a mettere la testa fuori e alla mezzora sfiora il pareggio con un missile dalla distanza di Candreva che Buffon devia in angolo. Prima dell’intervallo annullato un gol a Matuidi per fuorigioco rilevato dal VAR.
Spalletti non effettua cambi nell’intervallo, anche in dieci la squadra si è comunque rivelata equilibrata. I nerazzurri tornano in campo con maggior determinazione al 51′ trovano il pareggio con un colpo di testa del ‘solito’ Icardi, su punizione dalla trequarti di Cancelo. Ora per la Juve sono guai grossi, perché il pari in ottica scudetto equivale a una sconfitta. Inoltre l’Inter sulle ali dell’entusiasmo si riversa nella metà campo bianconera alla ricerca del gol del vantaggio. I nerazzurri sono ‘ferocissimi’ proprio come aveva chiesto Spalletti e la Juve, nonostante l’uomo in più, sembra non avere la forza di reagire al contraccolpo del gol subito. Vista la situazione, Allegri si gioca il tutto per tutto e manda in campo Dybala al posto di Khedira per uno schieramento ultra offensivo. Al 62′ clamorosa occasione fallita da Higuain, che elude il fuorigioco su filtrante di Matuidi, ma dopo aver superato Handanovic in dribbling calcia incredibilmente fuori a porta vuota.
Come sempre accade nel calcio, a gol sbagliato corrisponde gol subito e così al 65′ l’Inter passa grazie ad un autogol di Barzagli che devia nella propria porta un cross basso di Perisic. Per i bianconeri è notte fonda. Allegri manda in campo anche Bernardeschi al posto di Mandzukic. La Juve si riversa in avanti alla disperata, prima Douglas Costa e poi Dybala su punizione impegnano Handanovic. In contropiede è poi l’Inter a sfiorare il 3-1 con Icardi che non arriva per un soffio su un assist dalla destra di Candreva. Il finale è al cardiopalmo, con la squadra di Allegri alla disperata ricerca del pari e l’Inter praticamente tutta barricata a difendere il vantaggio. Spalletti toglie anche Icardi e inserisce Santon.
A quattro dalla fine è Cuadrado, uno dei migliori della Juve, a trovare il pareggio con un tirocross sporco deviato alle spalle di Handanovic. Un minuto dopo la Juve completa l’incredibile rimonta con un colpo di testa di Higuain su punizione dalla trequarti di Dybala. L’ultimo brivido è un colpo di testa a lato di Perisic su lungo traversone di Cancelo. Al triplice fischio finale dell’arbitro esplode la gioia della squadra di Allegri che si riporta a +4 sul Napoli, impegnato domani a Firenze.