KERCH – E’ allo stretto di Kerch che si riaprono rancori mai sopiti tra Russia e Ucraina. E se oggi siamo alle schermaglie, o poco più, la situazione potrebbe precipitare nelle prossime ore. Perché se da Mosca, in maniera inflessibile, parlano di provocazioni e manovre “pericolose”, Kiev si appresta – in fretta e furia, a dir la verità – a proclamare legge marziale. Se non sono venti di guerra, poco ci manca.
Tensione allo stretto di Kerch, tre motovedette ucraine sequestrate dopo un piccolo conflitto. La Russia. “Non hanno avvisato”
Lo stretto che divide il Mare di Azov dal Mar Nero, da anni, si presenta come un passaggio strategico. Divide le zone costiere ucraine, ma è occupato dalle forze russe dal 2014, quando ci fu l’occupazione della Crimea. E quando ieri sono arrivate tre piccole unità militari ucraine, trainate da un rimorchiatore, l’indice della tensione è schizzato alle stelle. Secondo Mosca, quella manovra non era stata annunciata alle autorità deputate a gestire il traffico navale in nello stretto. E la Marina ha agito di conseguenza. Ha speronato il rimorchio e ci sarebbero stati degli spari, con due feriti. Le motovedette si sono fermate quando i russi hanno tirato fuori i cacciabombardieri, poi sono state poste sotto sequestro.
Kiev risponde a tono, il presidente Poroschenko chiede al Parlamento di proclamare la legge marziale
La Russia ha accusato l’Ucraina di aver sconfinato, agendo in modo tale da scatenare un conflitto regionale. Kiev, dal canto proprio, non è rimasta in silenzio. Il presidente ucraino Poroschenko ha convocato una riunione d’emergenza con i vertici delle forze armate. Poi ha riunito il governo nella notte, chiedendo al Parlamento di proclamare la legge marziale. Sviluppi sono attesi già nelle prossime ore. Ma gli effetti sulla ‘gente’ sono già in atto. A Kiev, fino all’alba, centinaia di persone si sono presentate davanti all’ambasciata russa per protestare dopo il sequestro delle unità militari. E nel Donbass ci sarebbero stati spari contro zone residenziali.