Russiagate, Trump si difende dopo la condanna dell’ex avvocato

Il presidente americano ha respinto le dichiarazioni dell'ex avvocato condannato per il Russiagate: "Ha accettato le accuse per mettermi in imbarazzo"

WASHINGTON – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato ancora una volta la sua estraneità allo scandalo Russiagate. Dopo la condanna a tre anni del suo ex avvocato Michael Cohen ha scaricato su di lui ogni responsabilità di eventuali reati.  “Non ho mai ordinato a Michael Cohen di violare la legge. Lui è un avvocato e si suppone che conosca la legge. Si chiama ‘consiglio dell’avvocato’, e un avvocato ha una grande responsabilità in caso di errore. E’ il motivo per cui sono pagati”, ha scritto in un post sui social.

Condanna a tre anni per l’ex legale

L’ex legale di Trump è quello che fino ad oggi ha incassato la pena più severa nell’ambito del Russiagate. Tre anni di carcere da scontare in una prigione federale più la restituzione di 1,4 milioni di dollari. Michael Cohen ha ricevuto la condanna per aver evaso il fisco, per aver mentito al Congresso sui suoi rapporti con i russi e per avere violato la legge elettorale sul finanziamento. Il procuratore federale aveva chiesto per lui 4 anni e mezzo. Pena mitigata perché l’ex legale del presidente ha di fatto collaborato con la giustizia, ammettendo di avere effettuato i versamenti illegali “in coordinamento e sotto la direzione di Individual 1” (così viene indicato il presidente americano nel Russiagate).

Trump contro Cohen

“E’ stato dichiarato colpevole di molte accuse non legate a me, ma ha riconosciuto la sua responsabilità per due accuse collegate alla campagna elettorale che non erano penali e delle quali probabilmente non era colpevole neppure sulla base del diritto civile”, ha aggiunto Trump. Il presidente ha fatto riferimento ai pagamenti da parte del suo ex avvocato di due donne (una coniglietta di Playboy e una pornostar) perché non rivelassero durante la campagna elettorale i loro presunti rapporti. Pagamenti che, secondo i giudici, configurano una violazione della legge elettorale. “Ha accettato le accuse solo per mettere in imbarazzo il presidente e ottenere uno sconto di pena”, ha accusato il presidente americano.

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