SANT’ANTONIO ABATE – Due uomini sono stati sottoposti a fermo di indiziato con l’accusa di aver tentato un’estorsione aggravata da metodo e finalità mafiose da 250mila euro nei confronti di un facoltoso imprenditore dei trasporti, per agevolare il clan camorristico dei Fontanella nel territorio di Sant’Antonio Abate.
Il provvedimenti dei pubblici ministeri guidati dal Procuratore Giuseppe Borrelli è stato eseguito all’alba dai carabinieri del Gruppo Torre Annunziata. Le indagini dei militari del Nucleo investigativo sono partite dalla denuncia dell’imprenditore. L’uomo ha raccontato che 4 persone, due delle quali già detenute dal 29 luglio in esecuzione di un’ordinanza disposto dal gip di Napoli, si sarebbero presentate negli uffici dell’azienda a Scafati pretendendo 250mila e facendo pesare la capacità intimidatoria del clan Fontanella.
A finire nei guai sono stati Bruno Fontanella, 36enne, e Francesco Sorrentino, 50enne. I provvedimenti nei loro confronti sono stati presi una settimana dopo gli arresti di Gioacchino Fontanella e Nicola Mendola, accusati degli stessi reati.