CASERTA – L’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” diventa punto di riferimento regionale per la somministrazione degli anticorpi monoclonali ai pazienti pediatrici. Con delibera firmata in questi giorni, il direttore generale Gaetano Gubitosa ha avviato la procedura interna per la prescrizione, distribuzione e somministrazione degli anticorpi. Alla base di questo provvedimento c’è la nota dell’Unità di crisi regionale, che ha incaricato l’azienda di individuare il centro pediatrico per la somministrazione, in quanto la struttura casertana è dotata di una farmacia ospedaliera e di un pronto soccorso pediatrico, oltre che di un anestesista di turno 24 ore su 24.
Il direttore generale Gubitosa ha quindi individuato il professor Felice Nunziata, direttore dell’unità operativa complessa di Pediatria, come referente per la procedura e il dirigente medico dell’unità operativa complessa di Farmacia ospedaliera Ersilia Lupoli come responsabile dell’approvvigionamento e distribuzione del farmaco. Il tutto su proposta del direttore sanitario Angela Annecchiarico. Secondo quanto si legge nelal delibera, saranno i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta o le Unità speciali di continuità assistenziale a segnalare su Sinfonia, la piattaforma della Regione Campania, i pazienti fra i 12 e i 17 anni che possono essere ammessi al trattamento e a informare i genitori di benefici e rischi della terapia. Il referente Nunziata consulterà quindi la piattaforma e valuterà quali pazienti chiamare, in base ai fattori di rischio. L’azienda provvederà poi a convocarli. “Non si tratta di una sperimentazione – chiarisce il professor Nunziata – ma di una pratica già consolidata. La platea sarà regionale e dovremmo essere i primi in Campania ad assicurare questa terapia. I pazienti devono avere precisi requisiti: essere soggetti a rischio, non aver sviluppato la patologia in maniera grave e presentare sintomi da meno di 10 giorni. La terapia sarà effettuata nei locali Covid del pronto soccorso, alla presenza dello stesso referente o di un suo delegato. Gli anticorpi saranno somministrati per infusione e la terapia richiederà un’ora, più un’altra ora da trascorrere in osservazione”.
Gli anticorpi monoclonali hanno avuto un momento di grande popolarità all’inizio della pandemia, poi se ne è parlato di meno e in questo periodo sono finiti un po’ nell’ombra a causa dell’arrivo dei vaccini. “Ovviamente – osserva Nunziata – si tende ad effettuare la vaccinazione, per prevenire la malattia. Ma se un paziente è già ammalato, siccome le cure non sono sempre efficaci, nei soggetti particolarmente deboli si adotta la pratica degli anticorpi monoclonali”.
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